Di Elisabetta Graziani
Roma, 20 mag. (LaPresse) – La Camera ha approvato il disegno di legge che riforma la scuola italiana. Ora il provvedimento, voluto dalla ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini, passa all’esame del Senato. Ecco che cosa prevede.
AUTONOMIA. Le istituzioni scolastiche avranno un organico potenziato, l’organico dell’autonomia (garantito, a partire dal prossimo anno scolastico, attraverso un piano straordinario di assunzioni) per coprire le cattedre vacanti. Le scuole, d’ora in poi, potranno indicare allo Stato il fabbisogno di docenti e strumenti per attuare i loro Piani dell’offerta formativa. I Piani diventano triennali e vengono elaborati con la partecipazione di tutte le componenti della scuola: il Piano è elaborato dal Collegio dei docenti, sulla base degli indirizzi definiti dal dirigente scolastico, ed è poi approvato dal Consiglio di circolo o d’Istituto dove sono presenti anche le famiglie e, alle superiori, gli studenti.
Viene raddoppiato il Fondo di funzionamento delle scuole che passa dai 111 milioni attuali ad oltre 200 con uno stanziamento di 126 milioni in più all’anno dal 2016. Risorse che servono alle scuole per comprare tutto quello di cui hanno bisogno per didattica e attività amministrative. Il provvedimento prevede la creazione di un Portale unico dei dati della scuola con la pubblicazione di tutte le informazioni relative al sistema di istruzione: bilanci delle scuole, anagrafe dell’edilizia, Piani dell’offerta formativa, dati dell’osservatorio tecnologico, curriculum vitae degli insegnanti, incarichi di docenza.
ASSUNZIONI. Il disegno di legge dà il via libera a un piano straordinario di assunzioni per il 2015/2016 per coprire le cattedre vacanti e creare l’organico dell’autonomia. Oltre 100mila insegnanti saranno assunti a settembre 2015. Dopo si torna ad assumere per concorso. Grazie alle assunzioni, la scuola avrà l’8 per cento di docenti in più, per una media di 7 per ciascuna istituzione scolastica. Il disegno di legge pone un limite alla reiterazione dei contratti a termine: non si potrà andare oltre i 36 mesi anche non continuativi per evitare la creazione di nuovi bacini di precari e rispettare le normative Ue. Il calcolo dei 36 mesi si applica a partire dai contratti stipulati dal prossimo anno scolastico, il 2015/2016. La regolarità dei concorsi garantirà la possibilità a chi fa supplenze ed è abilitato di poter entrare a tempo indeterminato nell’organico dei docenti.
PRESIDI. I dirigenti scolastici promuoveranno il Piano dell’offerta formativa (Pof) della propria scuola che viene poi elaborato dagli organi collegiali. I dirigenti individueranno, sui posti che si liberano ogni anno, i docenti più adatti, per curriculum ed esperienza fatta, per realizzare il progetto formativo della loro scuola. La scelta dei docenti da parte dei presidi avviene all’interno di ambiti territoriali (a regime di dimensione inferiore al territorio della Provincia) predisposti dagli uffici scolastici regionali. Negli ambiti territoriali confluiscono i nuovi assunti: quest’anno i docenti del Piano straordinario, dal prossimo i vincitori di concorso. È lo Stato e non il dirigente scolastico ad assumere gli insegnanti. Solo dopo l’assunzione i docenti vengono individuati dalle scuole sulla base dell’offerta che vogliono garantire agli studenti. Le operazioni avverranno in modo trasparente: i presidi renderanno pubbliche, attraverso il sito della loro scuola, tutte le informazioni relative agli incarichi conferiti. Il loro operato sarà sottoposto a valutazione. Una valutazione che influirà anche sulla loro retribuzione aggiuntiva.
STUDENTI. Potenziamento delle competenze linguistiche: l’italiano per gli studenti stranieri e l’Inglese per tutti (anche con materie generaliste insegnate in lingua). Vengono potenziate poi arte, musica, diritto, economia, discipline motorie, competenze digitali. Alle superiori, il curriculum diventa flessibile con la predisposizione di materie opzionali. Le competenze maturate dagli studenti, anche in ambito extra scolastico (volontariato, attività sportive, culturali, musicali), saranno inserite in un curriculum digitale che conterrà informazioni utili per l’orientamento e l’inserimento nel mondo del lavoro.
SCHOOL BONUS E DETRAZIONI PER PARITARIE. Con lo school bonus, chi farà donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi edifici, per la manutenzione, per la promozione di progetti dedicati all’occupabilità degli studenti, avrà un beneficio fiscale (credito di imposta al 65%) in sede di dichiarazione dei redditi. Scatta poi la detraibilità delle spese sostenute dalle famiglie i cui figli frequentano una scuola paritaria.
PREMI AI DOCENTI MIGLIORI. Viene istituito un fondo da 200 milioni all’anno per la valorizzazione del merito del personale docente. La distribuzione alle scuole terrà conto dei territori con maggiori criticità educative. Arriva la Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione dei docenti, un voucher di 500 euro all’anno da utilizzare per l’aggiornamento professionale attraverso l’acquisto di libri, testi, strumenti digitali, iscrizione a corsi, l’ingresso a mostre ed eventi culturali. Per la formazione in servizio viene previsto per la prima volta uno stanziamento strutturale: 40 milioni di euro all’anno.
BANDO SCUOLE GREEN. Il disegno di legge prevede un bando per la costruzione di scuole altamente innovative, dal punto di vista architettonico, impiantistico, tecnologico. Scuole ‘green’ e caratterizzate da nuovi ambienti di apprendimento digitali.
L’Osservatorio per l’edilizia scolastica, istituito presso il Ministero dell’Istruzione, coordinerà strategie e risorse per gli interventi e promuoverà la cultura della sicurezza. Vengono recuperate risorse precedentemente non spese da investire sulla sicurezza degli edifici. Stanziati 40 milioni per finanziare indagini diagnostiche sui controsoffitti delle scuole. Viene istituita la Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole.
INTEGRAZIONE SCUOLA-LAVORO. Almeno 400 ore nell’ultimo triennio dei tecnici e dei professionali e 200 in quello dei licei: l’alternanza scuola-lavoro diventa strutturale grazie a uno stanziamento di 100 milioni all’anno. Si farà in azienda o in enti pubblici, musei, anche d’estate e all’estero. Sarà predisposta una Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza. Sarà istituito un Registro nazionale dell’alternanza in cui saranno visibili enti e imprese disponibili a svolgere questi percorsi. una parte dei fondi che lo Stato stanzia per gli Istituti tecnici superiori sarà legata (per il 30%) agli esiti dei diplomati nel mondo del lavoro. Altri 90 milioni vengono stanziati subito per l’innovazione didattica e la creazione di laboratori territoriali, aperti anche di pomeriggio, per orientare i giovani al lavoro. Sul digitale e l’innovazione l’investimento diventa permanente: dopo i primi 90 milioni ce ne saranno altri 30 all’anno a partire dal 2016.
DELEGHE A GOVERNO. Il disegno di legge assegna infine la delega al governo per legiferare in diversi ambiti fra i quali il diritto allo studio, il riordino delle norme in materia di scuola, la promozione dell’inclusione scolastica, le modalità di assunzione e formazione dei dirigenti scolastici, la creazione di un sistema integrato di educazione e di istruzione 0-6 anni.
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