Roma, 27 apr. (LaPresse) – “Sento il dovere di rivolgermi, da ex segretario, agli ex segretari Epifani e Bersani, ma anche a dirigenti di valore come Bindi, Cuperlo e Speranza. Stavolta, per davvero, non solo è in gioco la possibilità di portare a termine una riforma storica che abbiamo fallito almeno dieci volte. C’è un problema serio che riguarda il futuro del nostro partito”. Lo afferma il ministro della Cultura, Dario Franceschini, in un’intervista a La Repubblica dedicata alla legge elettorale.
VOTO SU ITALICUM SARA’ COMUNQUE VERIFICA FIDUCIA. “Faccio presente – dice – che sono stati seguiti tutti i passaggi democratici previsti: il voto in direzione, il voto nei gruppi parlamentari, una discussione lunga e approfondita”. Perciò, sostiene, ora occorrerebbe votare compatti in aula. “Quale comunità – si chiede Franceschini – può stare in piedi se la minoranza non si adegua alle decisioni prese insieme? Non è un fatto di disciplina ma di buon senso”. Quanto al tema della fiducia, Franceschini spiega: “Non so se il presidente del Consiglio porrà la questione di fiducia. Ma, al di là della scelta formale, la fiducia è implicita. Il voto sull’Italicum sarà comunque una verifica del rapporto fiduciario che esiste tra il Parlamento e il Governo”. “Questo – conclude – è un passaggio centrale e, se andiamo a bagno, non è che ce la caviamo fischiettando e facendo finta di niente”.
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