Firenze, 24 feb. (LaPresse) – I magistrati non devono essere nè protagonisti nè burocrati. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso tenuto presso la Scuola Superiore della Magistratura per la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno accademico a Firenze. “Al magistrato si richiede una costante formazione culturale ma che si nutre anche di una profonda consapevolezza morale, basata su autonomia e imparzialità”, ha sottolineato il capo dello Stato. “I cittadini oggi sono sempre più esigenti”, ha spiegato, e questo “impone percorsi formativi idonei per creare magistrati che abbiano la massima attenzione agli attori in gioco”.

“Pilastro” della professione di magistrato, ha spiegato ancora, “è l’etica”. Il magistrato, se si fa “protagonista assoluto del processo o buracratico amministratore della giustizia”, finisce per “snaturare la fisionomia della funzione esercitata”, ha concluso Mattarella a Firenze. C’è un “bisogno di legalità fortemente avvertito nel nostro Paese”, ha detto ancora, spiegando che per questo i nuovi magistrati devono dare una forte “attenzione alle riforme legislative in atto”.

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