Di Donatella Di Nitto
Roma, 14 gen. (LaPresse) – Un secondo mandato a termine, assunto nella piena consapevolezza che non sarebbe terminato con la fine del settennato e assunto ‘fino a quando la situazione del paese e delle istituzioni me lo suggerirà e comunque le forze me lo consentiranno’. Giorgio Napolitano già il 22 aprile del 2013, giurando dava nti al Parlamento, pone dei limiti alla sua rielezione: ‘Per quanto potesse costarmi – scrive i n una nota accettando la candidatura – ho ritenuto di non poter declinare l’appello, mosso da un senso antico e radicato di identificazione con le sorti del Paese’. Da quel di scorso al giorno delle sue dimissioni il capo dello Stato non si è mai tirato indietro affondando nella totale serenità e trasparenza ogni tema che gli era stato posto di fronte.
IL SALUTO AGLI ITALIANI. ‘Sto per lasciare le mie funzioni, rassegnando le dimissioni: ipotesi che la Costituzione prevede espressamente. E desidero dirvi subito che a ciò mi spinge l’avere negli ultimi tempi toccato con mano come l’età da m e raggiunta porti con sè crescenti limitazioni e difficoltà nell’esercizio dei compiti istituzionali, complessi e altamente impegnativi, nonchè del ruolo di rappresentanza internazionale, affidati dai Padri Costituenti al Capo dello Stato’. Così Giorgio Napolitano lo scorso 31 dicembre si è congedato dagli italiani nel consueto discorso di fine anno dagli i taliani. Per la prima volta il capo dello Stato usa la parola dimissioni perché alla sua età e per le responsabilità che la carica custodisce ha ‘il dovere di non sottovalutare i segni dell’affaticamento e le incognite che essi racchiudono, e dunque di non esitare’. Segni che, aggiunge il capo dello Stato, lo portano a ritenere ‘di non poter oltre ricoprire la carica cui fui chiamato, per la prima volta nel maggio del 2006’.
MAGISTRATURA Bisogna evitare ‘comportamenti impropriamente protagonistici e iniziative di dubbia sostenibilità assunte, nel corso degli an ni, da alcuni magistrati della pubblica accusa’. Giorgio Napolitano il 22 dicembre presiede l’ultimo Plenum del Csm del suo settennato prima delle dimissioni e non manca di ti rare le orecchie a quelle toghe troppo incline ‘a comportamenti impropriamente protagonistici’. Proprio in mattina il presidente della Repubblica, durante lo scambio di auguri al C oi con i contingenti militari impegnati all’estero, ribadisce che il Consiglio Superiore della Magistratura e quello Supremo di Difesa ‘sono le strutture portanti dello Stato di diritto’ del nostro Paese, confermando quindi l’importanza del ruolo di presidente dei due organismi’.
Napolitano nella sede di Palazzo dei Marescialli sottolinea quanto colpisca ‘l’intensità del diffondersi della corruzione e della criminalità organizzata’, di fronte alle quali ‘è fondamentale l’azione repressiva affidata ai pubblici ministeri e alle forze di polizia’, considerazione che però non può celare di evidenziare appunto ‘comportamenti impropriamente protagonistici’.
GOVERNO. E’ il 16 dicembre e al Quirinale salgono le alte cariche dello Stato per il consueto scambio di auguri con il presidente della Repubblic a. Nei giorni precedenti in seno al partito che guida il governo, il Partito democratico, si er ano fortificare posizioni di dissenso con voci di scissione sempre più concrete. Napolitano ribadi sce la necessità di difendere e sostenere l’esecutivo di Matteo Renzi, che ha avviato un perc orso di riforme importanti e sottolinea ‘non possiamo essere ancora il Paese attraversato da dis cussione ipotetiche: se e quando e come si voglia e si possa puntare su elezioni anticipate da parte di chi e con quali intenti, o se soffino venti di scissione in questa o quella formazione po litica, magari nello stesso partito di maggioranza relativa. E’ solo tempo e inchiostro ch e si sottrae all’esame dei problemi reali, è solo un confuso nervoso agitarsi che torna a evocar e lo spettro della stabilità’. E non è tutto.
Proprio in questa occasione Napolitano per la prima volta da’ una data alla fine del suo mandato. Il capo dello Stato, conferma che manterrà la continuità istituzionale ‘ancora una volta per tutto lo speciale periodo del semestre italiano di presidenza europea’. ‘Sta per concludersi l’anno 2014 – spiega – che non è stato certo di ordinaria amministrazione per la politica italiana; e si concluderà tra poco, il 13 gennaio, col discorso a Strasburgo del nostro presidente del Consiglio, il semestre italiano di p residenza europea’.
MAFIA CAPITALE. Non deve mai apparire dubbia la volontà di prevenire e colpire infiltrazioni criminali e pratiche corruttive nella vita politica e amministrativa che si riproducono attraverso i più diversi canali come in questo momento è emerso dai clamorosi accertamenti della magistratura nella stessa Capitale’. Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel corso di un convegno all’Accademia del Lincei dal titolo ‘Crisi di valori da superare e speranze da coltivare per l’Italia e l’Europa di domani’. La critica della politica e dei partiti, preziosa e feconda nel suo rigore, purché non priva di obiettività, senso della misura, capacità di distinguere ed esprimere giudizi divers ificati, è degenerata in antipolitica, cioè lo ripeto, in patologia eversiva’.
Quando si verifica quello che abbiamo potuto tutti seguire attraverso le cronache televisive, il colpire cioè, impunemente, il funzionamento degli istituti principali della democrazia rappresentativa, non so lo si stracciano in un solo impeto una pluralità di valori tradizionali o comunque vitali, ma si configura la più grande delle patologie con cui siamo chiamati come Paese civile a fare i conti: quella che penso possiamo chiamare ‘la patologia dell’anti-politica”.
TERRORISMO. Il 4 novembre 2014 nel suo messaggio all a nazione per la giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate il presidente della Repubblica ha ricordato come oggi si devono contrastare nuove minacce del fanatismo, in quanto vi sono ‘nuove e più aggressive forme di estremismo e di fanatismo che rischiano di investire anche l’Europa, e l’Italia in particolare, infiltrandosi gradualmente nella società’.
‘È una minaccia reale, anche militare, che, insieme all’Unione Europea e alla Nato, dobbiamo essere pronti a prevenire e contrastare’, ha poi aggiunto Napolitano, sostenendo che il nostro paese ‘vuole quindi essere in grado di operare con sempre maggiore efficacia nel settore della sicurezza e della difesa, attraverso la leva moltip licatrice dell’integrazione europea e delle organizzazioni internazionali’. Il presidente della Repubblica ha poi parlato nello specifico del ‘sistema difesa’ che attraverso il ‘Libro Bianco’, mirato alla razionalizzazione dello strumento militare, ‘potrà così adeguarsi compiutamente ai nu ovi scenari e contribuire, a pieno titolo, al grande programma di riforme della pubblica amminist razione volto a realizzare uno Stato meno oneroso ma riordinato in modo da risultare capace di rispondere più efficacemente ai bisogni del cittadino’.
IL MANDATO A TERMINE. Lo aveva più volte ripetuto an che nel suo discorso di insediamento il 22 aprile 2013, che il suo mandato era a termine e che non si sarebbe concluso con la fine del settennato. Il 22 luglio 2014 Giorgio Napolitano però sembra quasi definire i termine di questo impegno durante la consueta cerimonia del Ve ntaglio al Quirinale ponendo al centro dell’interesse nazionale ‘l’esito positivo’ del semestre italiano di presidenza europea’ che lui stesso ritiene ‘necessario garantire’ . ‘So che seg uite attentamente, e ve ne ringrazio – ha affermato rivolgendosi alla Stampa parlamentare – il modo in cui quelle problematiche sono oggetto di miei interventi nelle forme e nei limiti dell’esercizio del mio ruolo costituzionale.
Vorrei invece potervi dissuadere dal giuoco sterile delle ipotesi sull’ulteriore svolgimento delle mie funzioni di presidente, partendo dalle mo tivazioni e dalle condizioni dell’accettazione da parte mia della rielezione – q uasi un anno e mezzo fa – a Presidente della Repubblica’. Il capo dello Stato sottolinea ‘che no n si debbano dare interpretazioni estensive del mio riferimento a situazioni e necessità, essen zialmente istituzionali, che possano giustificare, far considerare opportuna e utile una mia ulteriore, eccezionale permanenza nell’incarico’ e ripete ‘non esercitatevi in premat ure e poco fondate, forse anche poco interessanti, ipotesi e previsioni. Io sono concent rato sull’oggi : e ho innanzitutto ritenuto opportuno e necessario garantire la continuità ai v ertici dello Stato nella fase così impegnativa del semestre italiano di presidenza europea. A un e sito positivo di questa fase cooperiamo dunque tutti, nell’interesse nazionale’.
IL LAVORO. E’ il primo maggio, quando Napolitano dal Quirinale in occasione della festa dei lavoratori definisce ‘allarmante’ la situazione del l’occupazione in Italia. ‘Se volessimo dare un nome alla celebrazione di questo 1° maggio, dovremm o forse dire ‘Allarme lavoro’. I n capo dello Stato si rifà ai dati dell’occupazione maschi le e femminile nel 2013 che tocca 13% del tasso di disoccupazione. Per questo, spiega Napolit ano ‘non è eccessivo parlare di ‘allarme lavoro’ : per suscitare il massimo di reazione in t utti i sensi, non certo per abbandonarsi allo scoramento’. Pur rilanciando l’operosità del govern o su questo tema, il capo dello Stato non dimentica il ruolo ‘essenziale e nuovo che spetta a i sindacati. Essi per loro natura hanno storicamente sempre avuto difficoltà a rappresentar e, insieme con i lavoratori, i senza lavoro, le istanze degli uni e degli altri. Ma anche salvag uardare posti di lavoro a rischio oggi implica azioni diverse da quelle tradizionali di difesa con dotte dai sindacati : essi sono chiamati, in un quadro grave di crisi aziendali come quello attuale , a concorrere alla ricerca di soluzioni solidaristiche e innovative coraggiose e determinate’.
L’EUROPA. Il 23 marzo scorso a margine della commemorazione dell’Eccidio delle Fosse Ardeatine il presidente della Repubblica ribadisce la necessità ‘di ricordare che la pace non è un regalo o addirittura un dato scontato, è una con quista e, per quello che riguarda il nostro e gli altri paesi europei, è una conquista dovuta pre cisamente a quella unità europea, a quel progetto europeo che oggi troppo superficialmente, da varie parti, si cerca di screditare e di attaccare’. Una giornata importante, perché viene i mmediatamente dopo le elezioni amministrative in Francia che sanciscono la vittori a dell’estrema destra: ‘Bisogna sempre ricordare a tutti – dice Napolitano – quello che si è vissuto in Italia e in Europa e non si può giocare con posizioni che tendono a screditare il n ostro patrimonio di lotte per la libertà’.
LE DONNE. L’8 marzo 2014 il presidente della Repubb lica nel suo intervento durante la cerimonia al Quirinale sottolinea che la donna ‘è c rescita e civiltà’. E il ‘più tragico degli aspetti della condizione femminile’ riguarda ‘le vi olenze perpetrate dagli uomini sulle donne, che possono arrivare fino alla eliminazione fisica’ . In Italia questo fenomeno ‘purtroppo non declina’, osserva Napolitano, che ha ribadito come le uccisioni delle donne debbano essere considerate ‘un lutto collettivo, una tragedia che colpisce i sentimenti dell’intera nazione’. Poi lancia l’allarme: ‘Contro la violenza all’interno d i legami pseudo-sentimentali non siamo riusciti a fare ancora abbastanza’. E per contrasta re questo fenomeno, ribadisce il presidente ‘serve un formidabile impegno educativo fin dai pri mi anni di istruzione. Servono leggi e serve un’azione capillare’.
LA CRISI ECONOMICA. Il 14 novembre 2013, giorno de lla visita di Papa Francesco al Quirinale, Napolitano invia a Confindustria un mess aggio per sottolineare come sia ‘essenziale, in questo momento di crisi della nostr a economia, restituire fiducia alle nuove generazioni e valorizzare percorsi di crescita prof essionale coerenti con i programmi di sviluppo delineati dall’Unione Europea’. Il capo de llo Stato torna sul tema anche durante l’incontro con Bergoglio, chiedendo alla politica d i liberarsi ‘dalla piaga della corruzione e dai più meschini particolarismi’ e poi descrive un’Ital ia stretta da ‘una faticosa quotidianità, dominata dalla tumultuosa pressione e dalla gravità dei problemi del Paese e stravolta da esasperazioni di parte in un clima avvelenato e des tabilizzante’.
Napolitano avverte che la politica, ‘esposta com’è non solo a fondate critiche ma ad attacchi distruttivi’ conserva ‘la drammatica necessità, lo vediamo bene in Italia, di recuparare partecipazione, consenso e rispetto,liberandosi del la piaga della corruzione e dai più meschini particolarismi’. ‘Siamo lontani – aggiunge rivolto a Papa Bergoglio – nel nostro Paese dalla cultura dell’incontro che ella ama evocare, dalla s ua invocazione ‘dialogo, dialogo, dialogo’.
Per noi, come per tutte le espressioni della classe dirigente italiana e’ tempo di levare piu’ in alto lo sguardo, di riguadagnare lungimiranza e di portarci al livello di sfide decisive che dall’oggi già si proiettano sul domani’.
LE CARCERI. L’8 ottobre del 2013 il messaggio del c apo dello Stato sul sovraffollamento negli istituti penitenziari, anticipato durante la sua re cente visita a Poggioreale, arriva nelle mani dei presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini. ‘Se mi sono risolto a ricorrere a un messaggio alle Camere – scrive Napol itano – è per porre a voi con la massima determinazione e concretezza una questione scottant e, da affrontare in tempi stretti nei suoi termini specifici e nella sua più complessiva valen za’.
Le recenti sentenze della Corte europea sulla situazione carceraria, spiega il capo dello S tato, rappresentano ‘una mortificante conferma della perdurante incapacità del nostro Sta to a garantire i diritti elementari dei reclusi in attesa di giudizio e in esecuzione di pe na e nello stesso tempo una sollecitazione pressante da parte della Corte a imboccare una stra da efficace per il superamento di tale ingiustificabile stato di cose’.
Per rispettare quindi i termini indicati dalla Cort e europea (cioè il 28 maggio 2014), per Napolitano sono necessari ‘rimedi straordinari’ e ‘la prima misura su cui intendo richiamare l’attenzione del Parlamento è l’indulto’, che dovre bbe essere accompagnato da ‘idonee misure, soprattutto amministrative, finalizzate all ‘effettivo reinserimento delle persone scarcerate, che dovrebbero essere concretamente acc ompagnate nel percorso di risocializzazione’. Per evitare, conclude Napolitano ‘il pericolo di una rilevante percentuale di ricaduta nel delitto da parte di condannati scarcerati’.
BERLUSCONI. Il dualismo tra il capo dello Stato e i l leader di Forza Italia raggiunge l’apice poco dopo la sentenza della Corte di Cassazione che il primo agosto del 2013 conferma la condanna a Berlusconi per frode fiscale nell’ambito del processo Mediaset. Più volte viene invocato un intervento del presidente della Repubbl ica soprattutto da ambienti azzurri e questo non tarda a venire. Il 13 agosto Napolitano invia un comunicato dove per prima cosa ribadisce che ‘di qualsiasi sentenza definitiva, e del conseguente obbligo di applicarla, non può che prendersi atto. Ciò vale dunque nel caso og gi al centro dell’attenzione pubblica come in ogni altro’. ‘In quanto ad attese alimentate nei miei confronti – aggiunge poi – va chiarito che nessuna domanda’ di grazia per Berlusconi ‘mi è stata indirizzata cui dovessi dare risposta’.
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