Roma, 24 dic. (LaPresse) – Il 14 gennaio. E’ questa, secondo Repubblica, in un articolo firmato da Goffredo De Marchis, la data in cui Giorgio Napolitano si dimetterà da capo dello Stato. Secondo il quotidiano il presidente lo avrebbe fatto capire anche ieri nei due incontri che ha avuto con il premier Renzi e il ministro dell’Interno Alfano.

“Al premier – si legge – avrebbe fatto piacere ascoltare altre parole accarezzando l’ipotesi di un rinvio anche minimo per facilitare la corsa dell’Italicum al Senato, ultimo scoglio prima dell’approvazione definitiva visti i numeri larghi di Montecitorio. ‘Ha insistito molto, ma prima. Da tre settimane ha smesso di chiederci una proroga anche piccola’, raccontano le fonti del Colle”. In questo modo, nonostante le rassicurazioni di Berlusconi e la spinta di Renzi per non far coincidere i tempi, le due partite, legge elettorale e voto per il successore di Giorgio Napolitano rischiano di sovrapporsi. E di complicare l’una e l’altra cosa”.

Renzi, riferisce Repubblica, avrebbe detto ai suoi collaboratori che “il presidente lo si sceglie 4 giorni prima della seduta congiunta delle Camere, non parecchie settimane in anticipo”, “non dimentichiamoci come uscì il nome di Napolitano nel 2006”. Vale a dire: all’ultimo minuto, dopo numerosi veti incrociati. “Un presidente del Pd – avrebbe aggiunto il premier – è fattibile. Ma non sappiamo ancora chi. Vedremo più avanti”.

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