Torino, 12 set. (La Presse) – Un documento per chiedere al Parlamento europeo di svincolare gli enti locali dal Patto di stabilità negli investimenti per la crescita finanziati dall’Europa. È quanto contenuto nella Carta di Torino, firmata oggi dal Comitato delle Regioni che si è riunito nel capoluogo piemontese. La richiesta dei rappresentanti locali dei 28 Paesi, se accolta a Bruxelles, potrebbe liberare, solo in Piemonte, 500 milioni di euro di investimenti, e, in Italia, oltre dieci miliardi di euro. Ad aprire i lavori del Comitato, riunito al Teatro Regio, Piero Fassino, sindaco di Torino, e Michel Lebrun, presidente del Cdr, che ha detto: “Il tema odierno è come i poteri locali possano contribuire allo sviluppo sostenibile nelle città e alle politiche per promuovere le capacità di crescita e di creazione di posti di lavoro. Torino è una città esemplare e una di quelle più performanti per gli investimenti verdi, con ritorni di crescita importanti”.

La nuova programmazione dell’Ue per le Regioni prevede dal 2014 al 2020 350 miliardi di euro in sette anni. “Il patto di stabilità però – ha precisato – limita molto i paesi e oggi abbiamo lavorato per arrivare a una decisione importante, la richiesta che tutti gli investimenti che gli enti locali fanno con i fondi strutturali dell’Ue stiano fuori dal patto, se no sono tutti bloccati. Chiediamo una maggiore flessibilità nei confronti degli enti locali e sappiamo che il parlamento Ue condivide la nostra posizione. Oggi il Cdr l’ha ribadita e il documento prodotto verrà trasmesso sia alla presidenza italiana che a Ecofin”.

“Per il Piemonte – ha aggiunto Fassino – ci sono dal Pse e dal Psr un miliardo di euro da investire, ma la Regione che ne cofinanzia 500 milioni si trovava fino ad ora bloccata perché auesta cifra era vincolata dal patto di stabilità. Escludere da patto 500 milioni di euro sarebbe significativo perché vorrebbe dire guadagnarli dal punto di vista della crescita e della creazione di nuovi posti di lavoro”.

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