Roma, 23 ago. (LaPresse) – “Le cose che ha detto il governatore Draghi – che sono state oggetto di una presunta polemica estiva – sono cose di buon senso. Ma non sono diverse da quelle che aveva detto prima di andare in ferie”, cioé “che chi fa le riforme e cambia le cose che deve cambiare – e l’Italia ne ha tanto bisogno – ha il dovere di mettere in campo tutti gli strumenti di flessibilità che ci sono. Non si tratta di inventarsi cambi delle regole, noi rispettiamo la regola 3% e la rispettermo, ma diciamo anche che l’Europa non può essere soltanto, tagli, vincoli e spread”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi in una intervista alla tv toscana Rtv38.

“UE NON PUO’ VOLTARE LA TESTA IN IRAQ”. “L’Europa – ha detto ancora Renzi parlando della situazione in Iraq – deve essere attenzione agli ultimi. Io sono andato in Iraq dalle minoranze cristiane e yazini per questo, per dire che l’Europa non è soltanto un insieme di parametri. Siamo andati lì per dire che l’Europa non può voltare la testa”.

“L’Europa – ha aggiunto Renzi – deve essere attenzione agli ultimi. Io sono andato in Iraq dalle minoranze cristiane e yadzini per questo, per dire che l’Europa non è soltanto un insieme di parametri”. “Mi ricordo Srebrenica – ha proseguito il premier – era il 1995, avevo 20 anni, facevo lo scout e c’erano i caschi blu dell’Onu che di fronte a un genocidio, alle donne violentate davanti ai mariti” non hanno fatto nulla. “Come fai – ha chiesto Renzi – a non capire che c’è un’umanità che si ribella?”. Il presidente del Consiglio ha parlato poi dei “bambini fucilati”, delle “ragazze di 16 anni violentate in Iraq” e del “furore omicida” con cui è stato ucciso “davanti alle telecamere” il giornalista James Foley. “Di fronte a queste cose – ha detto Renzi – o l’Europa fa l’Europa o se deve star lì a fare un elenco di raccomandazioni della commissione allora non ci serve. Le raccomandazioni servono se c’è un progetto politico, se c’è la voglia di cambiare il mondo”.

“Se devo stare dentro un’organizzazione di burocrati – ha concluso il premier – ne ho talmente tanti a casa mia che non ho bisogno dell’Europa”. L’Europa, ha aggiunto, deve essere “il luogo della risposta politica”.

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