Palermo, 14 ago. (LaPresse) – Le grandi emergenze lavoro, a Gela e Termini Imerese, e il monitoraggio sulla spesa dei fondi europei da parte della Regione Siciliana. Il secondo viaggio in Sicilia da presidente del Consiglio, per Matteo Renzi avrà un unico filo conduttore: il lavoro, soprattutto quello legato alla grande industria che rischia di scomparire in una regione con un tasso di disoccupazione giovanile del 60%.
In un pomeriggio decisamente ferragostano per le alte temperature che si registrano in questi giorni nell’isola, il premier proverà a incastrare la prima tessera del puzzle-Sicilia alle 15 a Gela. Qui incontrerà amministratori locali e sindacati per affrontare il nodo del petrolchimico Eni. L’azienda, dopo aver annunciato il passo indietro rispetto agli investimenti per 700 milioni di euro previsti inizialmente nello stabilimento siciliano, a fine luglio ha raggiunto un accordo con i sindacati sottoscritto presso il ministero dello Sviluppo economico: gli impianti di Gela resteranno in attività, in cambio di una ridotta produttività. In ballo c’è il futuro di circa tremila persone, tra lavoratori diretti e indotto, e così i sidnacati chiedono chiarezza sulle reali intenzioni dell’azienda.
Dopo Gela, subito in auto per 150 chilometri più a ovest, per aprire il capitolo dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, a mezz’ora di strada da Palermo. Qui ad attendere il premier, oltre al sindaco Salvatore Burrafato, anche i tre segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Michele Pagliaro, Maurizio Bernava e Claudio Barone.
L’appuntamento è fissato nell’aula consiliare del Comune, dove il premier farà il punto sulle possibili strade da percorrere per far tornare la grande industria a Termini dopo l’addio della Fiat, che ha chiuso lo stabilimento il 31 dicembre 2011. Ad aprile i 1.200 operai del Lingotto hanno ottenuto la copertura della cassa integrazione fini alla fine dell’anno, ma ciò che preme ai sindacati e ai lavoratori è la riconversione degli impianti per una nuova iniziativa imprenditoriale che possa prendere piede in Sicilia e rimettere in funzione le due linee produttive dello stabilimento.
Ad accompagnare Renzi nella sua visita lampo ferragostana in Sicilia ci sarà anche il governatore, Rosario Crocetta, con cui il presidente del Consiglio farà il punto sullo stato della spesa dei fondi Ue nell’isola, attualmente ferma al 43%. “Tornerò al Sud ogni tre mesi per verificare lo stato di avanzamento dei fondi europei”, aveva assicurato Renzi nel suo primo viaggio da premier il 14 maggio a Palermo. La promessa è mantenuta, mentre non è escluso che Crocetta colga l’occasione per affrontare con il premier anche alcuni aspetti legati alla recente manovra della Regione approvata l’1 agosto dall’Assemblea regionale.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata