Roma, 31 lug. (LaPresse) – “Oggi siamo andati sotto per la presenza evidente di franchi tiratori“. Lo ha detto il segretario del Pd, Matteo Renzi, parlando alla direzione del partito in merito al ko del governo sull’emendamento di Stefano Candiani (Lega Nord) sul ddl riforme. “Tra di noi ci sono dissidenti – aggiunge – e nessuno di noi ha intenzione di espellerli”. “Prima di tutto – ha precisato – fatemi dire che i senatori che in questo momento stanno votando la riforma in questo clima che si è aperto sono meritevoli di un abbraccio. Stiamo mettendo fine ad anni di bicameralismo perfetto, stiamo recuperando le ragioni del federalismo”.

NESSUNA DERIVA AUTORITARIA SULLE RIFORME – “E’ una riforma straordinariamente importante e storica – ha aggiunto – e la facciamo sentendoci dire ogni giorno che c’è una deriva autoritaria, quando abbiamo già detto che faremo comunque il referendum a fine percorso, lasciando ai cittadini l’ultima parola”. “E quando anche ci fossero i 2/3 – ha spiegato il premier – noi faremo mancare quei voti sufficienti per poter dire ai cittadini ‘comunque scegliete voi, sulla Costituzione l’ultima parola ce l’avete voi'”.

EVITIAMO NON IL CANGURO MA LA LUMACA – “Il problema – ha spiegato a proposito dell’itEr di riforma al Senato – non è evitare il canguro ma evitare la lumaca. Non possiamo far diventare le riforme costituzionali l’ennesima questione di cui si discute per anni ed anni. Si discute, si vota, poi andremo davanti ai cittadini. Se ci daranno forza, se no ne trarremo le conseguenze”.

SU ITALICUM PREFERENZE E ALZARE SOGLIA DEL PREMIO DI MAGGIORANZA – Dal primo di settembre, ha annunciato poi Renzi, ” saranno applicate delle modifiche all’Italicum “alzando la soglia del premio di maggioranza”. “Ove ci fosse la possibilità di introdurre le preferenze – ha aggiunto – il Pd dovrebbe tornare indietro rispetto alla sua tradizionale posizione su questo e penso che siamo tutti d’accordo. Tutti abbiamo detto che se ci fosse stata la possibilità di assicurare maggiore possibilità di scelta, noi saremmo stati d’accordo”.

SPENDING REVIEW ANCHE SENZA COTTARELLI – Nel corso del suo intervento, Renzi ha anche parlato del commissario per la Spending review Carlo Cottarelli. “La questione economica dell’Italia – ha spiegato il premier – non dipende da come si fa la spending review. Cottarelli lo rispetto, lo stimo. Ma non è Cottarelli il punto fondamentale della revisione della spesa, la spending review la facciamo anche se va via”.

ROTTURA CON SEL – “Io”, scandisce Renzi dedicando il pensiero al partito di Nichi Vendola, “un accordo politico di governo, una maggioranza con uno che viene accusato di avere stuprato una costituzione, di essere l’emblema della politica autoritaria, che vuole un modello al limite del prefascismo, un’alleanza non ce la farei. Se pensano questo di noi, vadano per i fatti loro. Stiano al loro posto, vinceremo le elezioni regionali anche senza di loro, non abbiamo bisogno di essere ricattati”.

DIFESA DEL PATTO DEL NSARENO – Renzi ha rivendicato “con orgoglio” il patto del Nazareno con Silvio Berlusconi, “dopo anni di riforme fatte a colpi di maggioranza”, disegnandolo come “un atto parlamentare, e non un patto segreto”.

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