Roma, 10 mar. (LaPresse) – L’Aula della Camera ha respinto l’emendamento alla legge elettorale che prevedeva l’alternanza di genere nella composizione delle liste. I voti contrari sono stati 335, quelli favorevoli 227. Il voto si è svolto a sctrunio segreto, così come richiesto da una quarantina di deputati di Forza Italia, Ncd, Udc e Fratelli d’Italia. Tra loro c’era anche Paolo Sisto (Forza Italia), che ha poi ritirato la propria richiesta.
La discussione è iniziata alle 18, dopo il rinvio chiesto proprio dal presidente della commissione Affari costituzionali, Francesco Paolo Sisto, per consentire al comitato dei nove di riunirsi.
FORZA ITALIA RITIRA IL SALVA-LEGA. Forza Italia ha ritirato i cosiddetti emendamenti ‘salva-Lega’, che portavano come prima firma quella di Elena Centemero. Lo ha annunciato la presidente della Camera, Laura Boldrini, in apertura di seduta. “E’ stato usato il nostro nome – ha commentato il vicepresidente dei deputati del Carroccio, Matteo Bragantini – per una proposta fatta da Fi insieme con il Pd pro domo sua. Stasera, almeno, finisce un tormentone che non ci piace. Non abbiamo bisogno di salvagenti, noi i voti li prendiamo sul territorio. Non abbiamo bisogno di tutele speciali, tanto meno di palazzo”.
GOVERNO SI RIMETTE ALL’AULA. Intanto, a seguito dell’incontro che il ministro per i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha avuto questo pomeriggio con i presidenti dei gruppi parlamentari alla Camera di Partito democratico, Forza Italia, Scelta Civica e Nuovo Centro Destra, il governo ha annunciato che sugli emendamenti in tema di parità di genere firmati in modo trasversale da vari gruppi parlamentari si rimetterà all’aula. Sui medesimi emendamenti i capigruppo di Pd, Fi, Sc e Ncd hanno convenuto di lasciare libertà di voto in aula.
L’esecutivo, per evitare di essere battuto nel corso della votazione, che molto probabilmente sarà a scrutinio segreto, non esprimerà un parere sull’emendamento Agostini (Pd) che prevede una percentuale di 60 a 40 per i capilista. Altro nodo è un emendamento di Sel che prevede come percentuale il 50 per cento dei capilista uomo e il 50 per cento donne più l’alternanza, ma su questo Sel ha insisterà per il voto palese, mettendo così in discussione la compattezza del Partito democratico su questo argomento. Intanto è ripreso in aula alla Camera l’esame della riforma, dopo rinvii che vanno avanti dalle 11 di questa mattina. Saranno votati tutti gli emendamenti relativi alla delega all’esecutivo per la definizione dei collegi. La parità di genere non è stata affrontata nel corso del comitato dei 9 della commissione Affari costituzionali riunitosi alle 14.
DEPUTATE VESTITE DI BIANCO. Per difendere la parità di genere, le deputate di ogni colore politico hanno deciso di vestirsi di bianco. Critici Renato Brunetta e Francesco Paolo Sisto (Fi). “Noi dobbiamo tenere una posizione conforme all’accordo, il voto poi è affidato ai singoli parlamentari. Ma sarebbe grave se si usassero gli emendamenti sulla parità di genere per far saltare la riforma. Emendamenti peraltro che violano dei precetti costituzionali, come dimostrano due sentenze della corte costituzionale”, ha detto il presidente della commissione Affari costituzionali. “Non arriviamo da nessuna parte perché, nonostante le legittime pulsioni manifestate da molti parlamentari, né il Pd né Renzi hanno tutt’ora presentato a Berlusconi richiesta di ulteriori modifiche. Ma i tempi sono ormai stretti. E comunque – ha aggiunto Brunetta – se noi ritenessimo che la corda è stata troppo tirata, non se ne farebbe nulla. Anzi, Berlusconi potrebbe rivendicare da Renzi la stessa generosità che lui ha dimostrato: lo dico in vista del dibattito che ci sarà a Palazzo Madama… Ma al momento il dato importante è proprio questo: il patto con Renzi è stato finora rispettato da tutti. I cambiamenti sono stati sempre condivisi”.
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