Roma, 24 gen. (LaPresse) – “Lo stato di tensione fra magistratura e politica non accenna a spegnersi e il suo persistere, più che una nota dolente, rappresenta una vera e propria spina nel cuore per noi magistrati”. Così il primo presidente della Cassazione, Giorgio Santacroce, nella relazione con cui apre l’anno giudiziario. “Il risvolto più doloroso di questa tensione – ha aggiunto – è una delegittimazione gratuita e faziosa che ha provocato, goccia dopo goccia, una progressiva sfiducia nell’operato dei giudici e nel controllo di legalità che a essi è demandato”. “E’ fisiologico – ha proseguito Santacroce – che, posta di fronte al reiterarsi di attacchi speciosi, la magistratura reagisca con una chiusura difensiva. Ma noi dobbiamo andare avanti e domandarci che cosa dobbiamo fare per accrescere il prestigio della magistratura e la credibilità del suo operato, senza alimentare diffidenze, pessimismi, sospetti”.

“MAGISTRATI E POLITICA VOLTINO PAGINA“. Per il primo presidente della Cassazione è necessario “il coraggio di voltare pagina”. “Se la giustizia non funziona – ha detto – è dovere dei magistrati denunciare le cose che non vanno e del sistema politico, governo e opposizione, metterla in condizione di lavorare al meglio, perché altrimenti si lede un diritto fondamentale dei cittadini”.

“INDULTO UNICA VIA PER RIDURRE NUMERO DETENUTI”. Santacroce è tornato anche a parlare della difficile situazione delle carceri e, “in attesa di riforme di sistema”, ha spiegato che l’unica strada per ridurre “con immediatezza” il numero di detenuti è quella “dell’indulto”. Fondamentali, poi, la ridzuione del numero dei processi “che si riversano negli uffici giudiziari” e “una giusta ‘filosofia’ della gestione della giustizia”, capace “di far affermare un’etica pubblica fondata sul principio di legalità, anzichè sull’idea che l’illegalità altrui basti a giustificare la propria”.

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