Roma, 14 dic. (LaPresse) – Chi è il vicepresidente del movimento di estrema destra Casapound, Simone di Stefano, l’uomo arrestato per essere salito sul balcone della rappresentanza Ue a Roma sfilando la bandiera europea per sostituirla col tricolore? Ecco la biografia che lui stesso ha pubblicato su Facebook.
Trentasei anni, nato e cresciuto alla Garbatella, quartiere popolare di Roma. Militante politico dall’età di 16 anni nel Movimento sociale italiano, lo abbandona nel 1994 dopo la svolta di Fiuggi. E’ uno dei fondatori di CasaPound, di cui è vicepresidente e responsabile della propaganda e comunicazione. Dopo un diploma da chef all’istituto alberghiero, indirizza da autodidatta la sua creatività alla comunicazione sul web quando internet era agli albori, fino a farne la sua professione. Padre separato di due bambine, ha dedicato la sua vita alla militanza politica attiva, occupando palazzi abbandonati per dare un tetto a centinaia di famiglie italiane, organizzando azioni mediatiche eclatanti per tutelare categorie e lavoratori a rischio.
Il 7 dicembre, sempre sul social network, ha scritto: “Solo per dire che bisogna riconoscere a Mandela di aver vinto la sua rivoluzione,con metodi spietati, terroristici, finanziato dai peggiori interessi economici mondiali. Ha vinto, e dopo aver vinto ha cercato di pacificare il Sudafrica senza riuscirci. Ed è odioso che venga dipinto come una specie di Babbo Natale che ha passato la vita in carcere per il colore della sua pelle. Ha fatto uccidere, ha fatto torturare e poi ha lasciato discriminare, segregare e uccidere tanto quanto e forse di più dei suoi nemici. Non gioisco della sua morte, non mi interessa. Ma vedere dei bambini italiani a cui viene presentato come un buon nonnino africano fa rabbia. Non è un santo e non è Gandhi”.
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