Roma, 9 dic. (LaPresse) – E’ il giorno di Matteo Renzi, da ieri nuovo segretario del Partito Democratico, con il 67,8% di preferenze. Dietro di lui, a distanza, Gianni Cuperlo e Giuseppe Civati, rispettivamente con il 18% e il 14,3%. Con 7197 sezioni scrutinate su 8476, il sindaco di Firenze ha ottenuto 1milione 638mila e 934 voti. Tre milioni gli elettori che si sono recati alle urne. Oggi il neosegretario sarà nella sede centrale del Pd per incontrare i giornalisti e presentare la sua segreteria. Nei giorni scorsi Renzi aveva spiegato che, in caso di vittoria, avrebbe scelto 12 collaboratori, sei donne e sei uomini.

LE TELEFONATE DI NAPOLITANO E BERLUSCONI. Le congratulazioni per la vittoria sono arrivate anche dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e da Silvio Berlusconi. Il capo dello Stato ha fatto gli auguri al sindaco “per l’importante impegno che lo attende”, mentre il Cavaliere lo ha chiamato per congratularsi “per la schiacciante vittoria”.

“BASTA CON GLI INCIUCI”. Nel suo primo discorso da segretario, dal Teatro Obihall di Firenze, Renzi è stato chiarissimo: “Ai teorici dell’inciucio oggi diciamo ‘Con il voto delle primarie vi è andata male’, il bipolarismo è salvo”, ha detto davanti a una folla di sostenitori armata di bandiere del Pd. “Se milioni di italiani sono andati a votare, ci dobbiamo mettere in testa che non c’è più alibi per nessuno”, ha aggiunto, specificando che ora “tocca a una nuova generazione, amici. Noi non escluderemo coloro che hanno più esperienza, ma tocca a noi che siamo cresciuti in un mondo in cui le istituzioni internazionali non ci sono. Siamo cresciuti in un mondo orfano di politica. Eppure ci siamo resi conto che tocca a noi perché abbiamo conosciuto l’euro e non l’Europa”.

“FINE DEL GRUPPO DIRIGENTE DELLA SINISTRA”.”Questa non è la fine della sinistra – ha aggiunto ancora nel suo lungo intervento – è la fine del gruppo dirigente della sinistra. Stiamo cambiando giocatori che adesso hanno bisogno di essere sostituiti”, aggiungendo poi: “Non voglio essere ingeneroso nei confronti di quelli che ci hanno preceduti, ma ora tocca a noi”. “Si può essere riformisti e ciò nonostante non essere noiosi”, ha spiegato il sindaco di Firenze, che ha concluso il suo discorso dicendo, subito seguito dalle note di ‘Ti porto via con me’ di Jovanotti: “A noi il compito di giocare in grande e di dare fiducia all’Italia. Il meglio deve ancora venire, da domani ci divertiamo insieme”.

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