Roma, 13 nov. (LaPresse) – Si è conclusa dopo circa due ore, l’audizione del presidente del Consiglio Enrico Letta davanti al Copasir. Il premier, accompagnato dal sottosegretario con delega per la sicurezza della Repubblica Marco Minniti, è stato chiamato a riferire sulla vicenda Datagate e su altri temi legati alla sicurezza nazionale. “Non c’è stata nessuna violazione della privacy né dei cittadini italiani né dei membri del Governo”, ha assicurato il premier Letta, secondo quanto riferito dal presidente della Bicamerale Giacomo Stucchi.
Ma gli 007 italiani sapevano. “Letta ci ha confermato che di fatto i nostri servizi erano a conoscenza del programma di intercettazione massive della Gran Bretagna Tempora”. Lo ha annunciato Claudio Fava (Sel), membro del Copasir, a margine dell’audizione del premier a palazzo San Macuto. Dichiarazione subito smentita dal presidente del Copasir Giacomo Stucchi. “I nostri servizi – ha ribattuto – non erano a conoscenza del programma Tempora, hanno ricevuto una richiesta di collaborazione dalla Gran Bretagna nel 2008 che non è stata accettata”. “Allora – ha aggiunto – non si chiamava Tempora, era una richiesta per partecipare a un programma di scambio di dati”.
Parole che lasciano spazio al dubbio, soprattutto alla luce le affermazioni del premier Letta. “I nostri 007 non erano interessati” al programma di intercettazioni massive Tempora”, avrebbe sottolineato lo stesso Letta durante l’audizione. “Se accordi con altri servizi ci sono stati – avrebbe sottolineato il premier secondo quanto viene riferito – sono stati limitati a singole inchieste, autorizzate dalla magistratura”.
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