Roma, 6 nov. (LaPresse) – L’anticipo del consiglio nazionale del Pdl-Fi al 16 novembre potrebbe sancire definitivamente la scissione all’interno del partito tra lealisti e innovatori, tra falchi e colombe. Silvio Berlusconi, rientrato questa mattina a palazzo Grazioli, dopo una lunga riunione con i coordinatori Denis Verdini e Sandro Bondi, accompagnati da Raffaele Fitto, decide di accontentare le richieste dell’ala più estremista del partito e dà vita all’ennesimo colpo di scena. In serata il Cavaliere firma infatti la convocazione della riunione e dò appuntamento a tutti i militanti al 16 novembre alle 10 al palazzo dei Congressi dell’Eur.

All’ex premier, raccontano alcuni partecipanti alla colazione di lavoro di oggi, “non è piaciuta la riunione” di ieri sera a palazzo Marini, dove si sono incontrati Alfano, i ministri del Pdl e tutti i filogovernativi. Le dichiarazioni sulla necessità di mantenere l’appoggio al governo e tenere fuori l’ala più estremista del partito dalla guida di Fi, avrebbe di fatto peggiorato l’umore già nero di Berlusconi. Per questi motivi quindi l’ex premier si sarebbe fatto convincere ad anticipare la data del consiglio nazionale, fissata in precedenza l’8 dicembre dall’ufficio di presidenza del 25 ottobre. Un chiaro messaggio al suo ‘delfino’, Alfano, ora costretto alla conta di chi è disposto veramente a seguirlo.

Ancora però rimane l’interrogativo su quali cambiamenti saranno fatti allo statuto di Forza Italia. Se veramente saranno azzerate tutte le cariche, come chiesto dai lealisti, o se invece, trovato un accordo, ci sarà la nascita di due nuove cariche, quelle dei due coordinatori. Intanto gli innovatori danno i numeri su quanti sono già schierati dalla parte del segretario politico. Si parla di 26 deputati e 30 senatori, che potrebbero arrivare a 35 con alcuni parlamentari vicini a Renato Schifani “pronti a palesarsi quando sarà opportuno”, riferiscono fonti interne al partito.

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