Roma, 5 nov. (LaPresse) – “A differenza di quanto è stato riportato sui media non ho mai sollecitato nei confronti degli organi competenti la scarcerazione della signora Giulia Ligresti né indotto altri a simile comportamento”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, nell’aula del Senato, in merito alla vicenda della telefonata con Giulia Ligresti.
“PRONTA A UN PASSO INDIETRO SE MANCA LA FIDUCIA”. Il guardasigilli non ha esluso la possibilità di fare un passo indietro: “Non esiterò a fare un passo indietro qualora venga meno o sia inclinata la fiducia istituzionale nei miei confronti”. “La fiducia del Parlamento – ha precisato Cancellieri – è fondamentale per la vita di un ministro, non voglio essere d’intralcio”.
“SEGNALAZIONI SONO QUOTIDIANE”. “Di queste segnalazioni – ha puntualizzato – spesso mi faccio carico quotidianamente con i vertici dell’amministrazione penitenziaria” dal momento che “ogni vita che si spegne è una sconfitta per lo Stato. Io ne sento tutto il peso”. Nel caso di Giulia Ligresti, ha sottolineato, “se non fossi intervenuta sarei venuta meno a miei doveri di ufficio”.
“MIO FIGLIO ASSUNTO DA FONSAI? SONO UNA PERSONA LIBERA”. Sui suoi legami con Fonsai, ha precisato: “Quando mio figlio è stato assunto da Fonsai, io avevo appena cessato il mio incarico da commissario del comune di Bologna ed ero una tranquilla signora in pensione”. “Sono – ha aggiunto – e voglio essere considerata una persona libera, che non ha contratto debiti di riconoscenza a cui non potrebbe sottrarsi”.
AULA GREMITA. Aula gremita in Senato per l’informativa della Cancellieri, ma tra i banchi del governo mancavano il vicepremier, Angelino Alfano, e i ministri del Pdl. Presenti invece, oltre al premier Enrico Letta, i ministri Graziano Delrio, Giampiero D’Alia, Dario Franceschini, il premier Enrico Letta, Mario Mauro, Emma Bonino. Al termine dell’intervento, dall’aula si è levato un sonoro applauso dai banchi di Pd, Pdl e Scelta Civica. Non hanno applaudito Lega e M5S.
PDL: “NON LE CHIEDEREMO DI DIMETTERSI”. Sostegno è arrivato dal capogruppo Pdl al Senato, Renato Schifani. “Noi non chiederemo – ha detto intervenendo in aula – le sue dimissioni e la inviteremo a continuare nel suo impegno”.
PD: “TELEFONATA INOPPORTUNA MA CONTINUI IL SUO LAVORO”. Più sfumata la posizione del Pd. “Sono certo – ha detto il capogruppo del Pd al Senato, Luigi Zanda – che il ministro Cancellieri continuerà a lottare per risolvere il problema delle carceri italiane”. “Convengo con il ministro Cancellieri per il rammarico per la telefonata, i cui contenuti sono francamente inopportuni, e per non aver usato quel distacco istituzionale che sarebbe stata opportuno”, ha aggiunto Zanda.
M5S: “MINISTRO SI METTE A DISPOSIZIONE DI FAMIGLIA PER CUI LAVORA IL FIGLIO, SI DIMETTA”. Fermo sulla richiesta di dimissioni invece il Movimento 5 stelle: “Può un ministro della Giustizia – ha detto il senatore del Movimento 5 Stelle, Alberto Airola – mettersi a disposizione di un’intera famiglia per cui ha lavorato anche suo figlio? Per noi non può e ciò rivela che c’è un tessuto di potere in Italia che è un intreccio che andrebbe definitivamente bonificato. Secondo noi la signora ministra dovrebbe cominciare a dare il buon esempio e dimettersi”.
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