Roma, 31 ott. (LaPresse) – “In merito alla vicenda carceraria di Giulia Ligresti, ritengo opportune alcune precisazioni”. Lo scrive il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri in una lettera indirizzata ai capigruppo di Camera e Senato a proposito della polemica sorta intorno alla concessione dei domiciliari a Giulia Ligresti. “Tutti voi conoscete l’attenzione e l’impegno che fin dal primo giorno del mio mandato ministeriale ho riservato alle condizioni in cui versano i detenuti; condizioni che, troppo spesso, hanno portato, specialmente le persone più vulnerabili, a compiere scelte estreme. Nel caso di Giulia Ligresti, avverto l’esigenza di precisare il senso e i limiti del mio intervento, non appena avuta conoscenza, per via diretta, delle condizioni psicofisiche della ragazza”, precisa il ministro. Nella lettera Cancellieri specifica: “Intervenire è compito del ministro della Giustizia. Non farlo sarebbe colpevole e si configurerebbe come una grave omissione”.

“Era mio dovere – prosegue nella lettera inviata a Camera e Senato il ministro Cancellieri – trasferire questa notizia agli organi competenti dell’amministrazione penitenziaria per invitarli a porre in essere gli interventi tesi ad impedire eventuali gesti autolesivi”. “Mi sono comportata, per altro, nello stesso modo quando sono pervenute al mio Ufficio segnalazioni, da chiunque inoltrate, che manifestassero preoccupazioni circa le condizioni sullo stato psicofisico di persone in stato di detenzione”, ha detto il ministro.

“Nella mia comunicazione al dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – prosegue la lettera aperta – non vi è stato nel modo più assoluto, come ampiamente dimostrato, alcun riferimento a possibili iniziative finalizzate alla eventuale scarcerazione della Ligresti. Naturalmente, sono pronta a riferire in Parlamento, ove richiesta, per poter dare ogni chiarimento che si rendesse necessario”. “Non c’è stata, quindi, né poteva esserci – conclude il ministro Cancellieri – alcuna interferenza con le decisioni degli organi giudiziari”.

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