Firenze, 27 ott. (LaPresse) – Al lavoro subito su Italia, Europa, lavoro, educazione. Giustizia nel 2014. Mai più larghe intese. La legge elettorale dei sindaci senza bisogno di cambiare la costituzione. Matteo Renzi disegna così la sua campagna elettorale verso la segreteria del Pd e poi verso la premiership del Paese. Un programma che si fa vanto di essere semplice. Al termine della tre giorni della Leopolda, Renzi è lucido e raccoglie tutti gli stimoli arrivatigli dalle decine di interventi succedutisi da venerdì pomeriggio. E ampia di molto il concetto di rottamazione, rendendolo inclusivo e abolendo gli steccati tra chi ha creduto in lui dall’inizio, e chi salta sul carro solo ora, e qui aveva già spiegato ieri che il suo carro si può solo spingere.
“E’ incredibile che migliaia di persone vengano anche solo ad ascoltare, o a conoscere i propri follower di twitter dopo un anno di chat senza conoscersi” spiega il sindaco che guarda un po’ con sospetto ai giovani che fino a ieri l’hanno esaltato: “Il tema del ricambio generazionale, è già un dato di fatto nella nostra politica. Il Parlamento è il più giovane della storia, ma il ricambio serve se davvero si cambiano le idee e non solo la vita dei singoli”. Parlando di Italia i temi sono pochi chiari: lavoro e giustizia. Sul primo punto Renzi accelera: “La seconda regione d’Italia, con sei milioni di abitanti, è quelle della disoccupazione. Quando ci candidiamo in questa regione perdiamo sempre. Non ci votano perché non diamo speranza né entusiasmo. Non ci votano perché non diamo l’idea di voler cambiare”.
E ricordando che ci “sono intere fasce sociali che vivono di rendita” esalta chi “fa l’imprenditore, che è un eroe. Sei di sinistra se c’è un posto di lavoro in più, e una speranza in più. E se questo vuol dire cambiare qualche idea, le cambieremo. La sinistra che non cambia si chiama destra”. Sul tema giustizia tutto rinviato alla Leopolda 2014, quando chissà chi ci sarà al Governo. Ribadendo che la legge elettorale perfetta è quella dei sindaci, e che non c’è bisogno di modificare la Costituzione per portarla a livello nazionale, perché il premier può anche non essere indicato al momento del voto, la Carta va cambiata sul bicameralismo perfetto, con l’abolizione del Senato. “E se qualche politico torna a lavorare non è un dramma”.
“La nostra speranza non è campata in aria. Noi non siamo solo una ventata di aria fresca” aggiunge Renzi. “Il nostro obiettivo non sono le elezioni, il tema non ci ingrifa” precisa una volta per tutte, “ma mai più le larghe intese”. Sul fronte Europa l’attacco è diretto: “L’Europa si dimentica di mettere bocca sulle vicende fondamentali. L’Europa è in mano ad una inconcludenza della politica – dice Renzi – mandassero le navi a Lampedusa, che o è la porta d’Europa, o l’Europa non esiste”. Infine uno sguardo a casa sua, e spiega: “La leadership non è una parolaccia, ma tenere insieme la voglia di provarci, sapendo che non sei indispensabile”. E poi sul fronte personale chiarisce: “Per prima sarà rottamanata la corrente dei renziani, non ci sono correnti con i cognomi, ma con le idee”. Alla fine poi abbracci per tutti, musica a volume assordante e la Leopolda che si svuota.
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