Roma, 13 ott. (LaPresse) – “Non mi sembrava serio un nuovo indulto-amnistia dopo 7 anni dall’ultimo. Non serio, non educativo e non responsabile”. Sono queste le parole pronunciate da Matteo Renzi a ‘In 1/2’ su Rai3, che prosegue sul tema indulto rispondendo senzza mezze misure ai ministri, primo fra tutti Flavio Zanonato che lo hanno criticato: “Se ci sono ministri che anzichè preoccuparsi di governare passano il tempo a commentare le mie dichiarazioni mi dispiace per loro. Il ministro dello Sviluppo – ha rincarato Renzi – si deve preoccupare di come far sì che le aziende non chiudano, non di stare a lamentarsi di cosa dice il sindaco di Firenze”.
“Il presidente della Repubblica è stato nei due governi Letta e Monti decisivo. Chi lo negasse, negherebbe la realtà. Meno male che c’è stato. Non credo ci sia stato da parte sua un eccessivo intervento. Ma bisogna anche avere il coraggio di essere in disaccordo, non è lesa maestà”, ha spiegato il candidato alla segreteria del Pd e sindaco di Firenze. “E’ una accusa profondamente ingiusta – ha aggiunto – dire al presidente di essere andato oltre i confini del suo ruolo”. “Il presidente Napolitano – ha detto ancora Renzi – che non voleva fare il secondo mandato e che è stato costretto da una classe politica litigiosa, ha manifestato una capacità di giudizio di cui tutti dovrebbero essergli grati. Napolitano ha invitato tutti i partiti su amnistia e indulto a dire la loro. In questo Paese non si parla di giustizia, se non per uno, e sappiamo a chi mi riferisco”, ha concluso.
Parlando invece del caso Alitalia Renzi ha suggerito di guardare ai mercati esteri per poter sopravvivere alla crisi: “Alitalia è il simbolo del fallimento non solo della politica ma anche di una classe imprenditoriale. Alitalia ha un senso se il piano industriale lo fai guardando ai mercati esterni e non a quelli interni o europei”. Renzi ha citato fra le mete possibili verso cui Alitalia si dovrebbe rivolgere, “l’estremo e medio Oriente”. “Anziché far la tratta Roma-Milano, facciamo di Alitalia un soggetto che sia fulcro del nuovo turismo”. “Lo Stato non deve metter un centesimo per salvare gli azionisti privati che hanno fallito. Lo Stato deve intervenire per salvare i lavoratori, non gli azionisti”, ha specificato Renzi.
“Io preferisco il partner coreano della Cassa depositi e prestiti”, ha affermato Matteo Renzi. Quando però Lucia Annunziata gli chiede cosa succederebbe se non venissero tutelati i posti di lavoro, Renzi ha risposto: “Del lavoratore se ne deve far carico lo Stato, ma bisogna salvare i lavoratori, non gli azionisti”.
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