Roma, 12 set. (LaPresse) – C’è attesa per la Giunta elezioni del Senato che torna a riunirsi, oggi alle 15, mentre si fanno strada le voci che Berlusconi starebbe prendendo tempo perché convinto dai suoi fedeli più moderati a chiedere la grazia a Napolitano.Il Pdl prende tempo e il Pd insieme al M5S, che vuole procedere nei lavori ad oltranza, non ci sta.
Ieri braccio di ferro in giunta elezioni a Palazzo Madama, dove è durata meno di 24 ore l’accordo sui tempi raggiunto dall’organo parlamentare che deve decidere sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi. Il nuovo scontro, dopo la tregua a cui si era arrivati martedì notte con l’avvio della discussione generale sulla proposta di convalida dell’elezione del leader Pdl fatta dal relatore Andrea Augello, si è consumato durante l’ufficio di presidenza che deve stabilire il nuovo calendario dei lavori.
Come andare avanti, cioè, dopo la seduta già prevista oggi 15 e quando fissare il voto sulla relazione. Il Pd (che non ha gradito l’interpretazione secondo cui l’accordo raggiunto sulla decisione di votare la sola relazione – pur lasciando a ciascun gruppo la possibilità di esprimersi separatamente su quelle che in un primo momento erano le questioni pregiudiziali presentate da Augello – avrebbe allungato i tempi) rompe subito gli indugi, proponendo di convocare una nuova riunione già per venerdì. Dello stesso avviso, e disposti a lavorare anche nel week end, i senatori del M5S.
Servono 14 giorni di tempo per arrivare al voto sul ‘dossier’ Augello, replica il Pdl, con l’intervento del senatore Giacomo Caliendo. E’ stato il senatore di Scelta civica Benedetto Della Vedova a tentare una mediazione, proponendo di mettere in agenda una nuova riunione tra lunedì e martedì. La quadra, però, è da trovare.
L’unanimità necessaria per approvare il calendario non c’è. “Non c’è stata una scelta condivisa ma quello che è sicuro è che la prossima settimana ci sarà il voto sulla relazione Augello, nonostante il Pdl con manovre dilatorie volesse due settimane”, tuonava ieri al termine della riunione la senatrice Pd Stefania Pezzopane.
Non tutti, però, all’interno della compagine di centrosinistra presente in Giunta sono d’accordo: “C’è di nuovo uno scontro. Con questo clima non si va avanti. Si torna a ieri sera – ha sbottato ieri lasciando in modo polemico la Giunta, il senatore del Psi Enrico Buemi – basta diktat che arrivano dalla parte del centrosinistra. Non si riesce a trovare il punto di accordo per tre giorni di differenza”, dice. Di più. Il Pd vuole accelerare e avrà “delle responsabilità” nel caso in cui si dovesse arrivare a una crisi di Governo. La replica della senatrice Pezzopane arrivava a stretto giro di posta e a pochi metri di distanza, nel cortile di Sant’Ivo alla Sapienza: “Il Pd difende l’azione del Governo Letta ma l’Italia non può stare per settimane a discutere delle vicende che riguardano una sola persona. Le parole di Boemi, oltre che kafkiane, sono sbagliate e inopportune”.
Ottimista, nonostante i toni tutt’altro che pacati registrati alla fine della riunione, il presiden ierite della giunta Dario Stefàno: “C’è stata qualche differenza di vedute e non si è riusciti a trovare l’unanimità con un’intesa definitiva, ma non vedo molta distanza tra le parti e credo di poter raggiungere un accordo domani a inizio seduta – spiega – Credo che le resistenze non siano insuperabili, proverò a farlo io con una proposta di calendario”. Quanto alla tempistica prevista, “non ragionerei di settimane – sottolinea – ma della settimana prossima”. Secondo lo stesso Stefàno l’ultima proposta del capogruppo Pdl in giunta “è stata quella di arrivare al voto finale giovedì prossimo”, mentre il Pd non sarebbe voluto andare oltre mercoledì. Accordo saltato per un solo giorno, insomma. “Un giorno e irrinunciabili motivi politici”, ammette un commissario.

