Roma, 31 mag. (LaPresse) – “Le argomentazioni utilizzate dai pubblici ministeri milanesi nel processo Minetti, Mora, Fede, in relazione a quanto sarebbe accaduto nella mia casa, sono quanto di più lontano dalla realtà sia possibile immaginare”. Lo afferma Silvio Berlusconi in una nota, riferendosi al processo Ruby. “Decine e decine di testimonianze – aggiunge Berlusconi – hanno asseverato la assoluta normalità delle cene presso la mia residenza e la totale assenza di qualsiasi connotazione men che corretta. La fantasia dell’accusa appare davvero senza confini e si spinge ad una patologia giuridica che non può che destare indignazione e preoccupazione. Sono certo che la forza della verità dimostrerà la totale infondatezza di tali incredibili ed inaccettabili ricostruzioni”, conclude il Cavaliere.

Gli fa eco il suo avvocato, Niccolò Ghedini: “La requisitoria di quest’oggi pronunciata nel processo Fede, Minetti, Mora non può che lasciare stupiti per la mancanza di correlazione fra la realtà processuale e le tesi accusatorie. A casa del presidente Berlusconi – ha aggiunto Ghedini – mai si sono verificati accadimenti quali quelli narrati. Tutti i testimoni non solo hanno escluso qualsiasi attività prostituiva ma anche che si siano verificate situazioni volgari o illecite. Ancora una volta a Milano assistiamo ad una aggressione totalmente sganciata dalle risultanze processuali alla vita privata e all’onorabilità del presidente Berlusconi che non può non destare sconcerto”.

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