Milano, 9 gen. (LaPresse) – Il presidente della Corte d’Appello di Milano Giovanni Canzio e del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro, respingono al mittente le accuse che Silvio Berlusconi ha mosso al collegio che si è pronunciato sulla sua separazione dalla moglie Veronica Lario. Ieri sera in tv, Berlusconi aveva definito “le tre giudici” come “comuniste e femministe”. Oggi i giudici di Milano invitano a evitare il “dileggio” delle toghe. Il presidente della corte di appello, Giovanni Canzio e il presidente del tribunale di Milano, Livia Pomodoro spiegano in una nota che “intendono respingere con fermezza ogni insinuazione sulla non terzietà delle giudici del tribunale, componenti del collegio giudicante nella causa Bartolini-Berlusconi, essendo a tutti nota la diligenza e la capacità professionale delle stesse, quotidianamente impegnate nella fatica della giurisdizione nella delicata materia del diritto di famiglia”.

I presidenti Canzio e Pomodoro, inoltre, “rammentano che la raccomandazione del Comitato dei ministri della Giustizia del consiglio d’Europa, prescrive ai rappresentanti dei poteri esecutivo e legislativo di evitare, nel commento delle decisioni dei giudici, ogni espressione di dileggio che possa minare la fiducia dei cittadini nella magistratura e compromettere il rispetto sostanziale delle medesime decisioni”. Gli alti magistrati, infine, “sottolineano che le norme del codice di rito civile consentono agli interessati di impugnare i provvedimenti giudiziari e sulla relativa impugnazione la corte d’appello eserciterà, come di consueto, il puntuale controllo critico della decisione di primo grado per i profili della legittimità e del merito”.

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