Palermo, 27 ott. (LaPresse) – Domani, domenica 28 ottobre, oltre 4,4 milioni di siciliani sono chiamati alle urne. Si vota per l’elezione del nuovo presidente della Regione siciliana e per il rinnovo dell’Assemblea regionale. Si voterà solo domani, dalle 8 alle 22. Lo scrutinio avrà inizio lunedì 29, a partire dalle 8. A essere chiamati al voto 4.426.754 siciliani, di cui la maggioranza, 2.284.380, sono donne. Sono dieci i candidati a presidente della Regione siciliana. Si voterà con il sistema proporzionale a turno unico, cha prevede però un correttivo maggioritario. L’elezione è a turno unico e non è previsto ballottaggio.
Dieci i candidati a presidente della Regione. Gianfranco Miccichè, candidato per Grande Sud, Partito dei siciliani-Mpa, Fli e Ppa Piazza Pulita, dopo la sua rottura con il Pdl, e appoggiato dal presidente regionale uscente Raffaele Lombardo. Nello Musumeci, ex presidente della provincia di Catania, esponente della Destra di Francesco Storace, è sostenuto dal Pdl, da Alleanza di Centro, Cantiere popolare. Rosario Crocetta, ex sindaco antimafia, esponente del Partito democratico, è sostenuto anche dall’Udc e da Movimento politico, Unione consumatori. In corsa, anche la leader della Fiom Giovanna Marano, candidata da Federazione della Sinistra, di Idv, di Sel e dei Verdi. In lizza ci sono anche Giancarlo Cancelleri del Movimento 5 Stelle, Cateno de Luca di Rivoluzione siciliana, Mariano Ferro del Popolo dei Forconi, Gaspare Sturzo, pronipote dello storico fondatore del partito popolare italiano Luigi Sturzo, Giacomo di Leo del Partito comunista dei lavoratori, e Lucia Pinsone della lista Voi.
La legge legge elettorale (n. 7/2005) prevede che dei 90 deputati dell’Ars 80 siano eletti proporzionalmente sulla base di liste di candidati concorrenti nei collegi elettorali provinciali in cui è ripartito il territorio della Regione, con la seguente distribuzione: Palermo 20 seggi, Catania 17, Messina 11, Agrigento e Trapani 7, Siracusa 6, Ragusa 5, Caltanissetta 4 ed Enna 3. Questi 80 seggi sono assegnati tramite il metodo del quoziente Hare e dei più alti resti, con recupero sempre a livello provinciale, alle liste che abbiano superato lo sbarramento del 5% a livello regionale.
Dei dieci seggi restanti da attribuire due sono assegnati rispettivamente al neoeletto Presidente della Regione e al migliore dei suoi competitors (cioè il candidato presidente giunto al secondo posto). Gli altri 8 seggi fan parte del cosiddetto ‘listino’ regionale, composto da 9 candidati incluso il candidato Presidente della Regione che ne è capolista.
Ecco come vengono assegnati e quando scatta il premio di maggioranza: se la coalizione collegata al Presidente eletto ottiene nei collegi provinciali un numero di seggi pari o superiore a 54, in tal caso non saranno eletti candidati della lista regionale, ma gli otto seggi saranno redistribuiti tra le liste di minoranza che hanno superato lo sbarramento del 5%; se la coalizione collegata al Presidente eletto ottiene al proporzionale un numero di seggi compreso tra 46 e 53, risulterà eletto un numero di componenti della lista regionale che consente alla maggioranza di ottenere 54 seggi in Assemblea (oltre al Presidente), mentre i seggi eventualmente residui saranno distribuiti alle minoranze; se la coalizione collegata al Presidente eletto consegue nei collegi provinciali tra 37 e 45 seggi, risulteranno eletti tutti i componenti del ‘listino’ e la coalizione vincente avrà comunque garantita una maggioranza di almeno 46 seggi, compreso il presidente, se invece la coalizione collegata al Presidente eletto ottiene meno di 37 seggi nella parte proporzionale, gli otto seggi della lista regionale le saranno tutti attribuiti, ma ciò non consentirà alla coalizione vincente di disporre di una maggioranza assoluta in aula (46 seggi). Uno scenario non certo improbabile in una situazione in cui ci sono dieci candidati in lizza per la carica di Presidente della Regione.
Si voterà in 5.307 sezioni sparse nei 390 comuni delle nove province siciliane. In occasione delle ultime elezioni regionali nel 2008 (13 e 14 aprile) a votare fu il 66,68% degli aventi diritto, ma allora le urne rimasero aperte anche il lunedì per rinnovare rinnovati, contestualmente, Senato e Camera. Per avere una analoga tornata elettorale bisogna andare al 2006, quando nell’unico giorno in cui si votò, il 28 maggio, l’affluenza fu del 59,16%.La scheda di votazione è unica e l’elettore dispone di due voti, uno per la scelta della lista regionale, il cui capolista è candidato alla carica di presidente, l’altro per la scelta della lista provinciale.
Nell’ambito della lista provinciale prescelta, l’elettore può esprimere la preferenza per uno dei candidati alla carica di deputato regionale compreso nella lista medesima. L’elezione è a turno unico e quindi non è previsto alcun ballottaggio. Sarà eletto presidente della Regione il candidato che totalizzerà il maggior numero di preferenze. I risultati ufficiali saranno proclamati dagli appositi Uffici centrali circoscrizionali, costituiti presso i tribunali dei nove comuni capoluogo, e dall’Ufficio centrale regionale, costituito presso la Corte d’Appello di Palermo.
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