Torino, 22 ott. (LaPresse) – Giornata difficile per il ministro del Lavoro, Elsa Fornero. Le dalla Cgil “mi invitano in piazza, vengo anche in piazza”, ha detto stamane l’esponente del governo, commentando l’annuncio del leader della Cgil Susanna Camusso che sabato in piazza Roma ha annunciato una nuova mobilitazione indetta per il 14 novembre, in concomitanza con altri sindacati europei. Parlando della riforma del lavoro nel corso di un convegno organizzato in Assolombarda a Milano, ha spiegato: “La collaborazione ci deve essere anche con il sindacato, anche se qualcuno è più propenso al dialogo e qualcuno meno. Le mie porte al ministero sono sempre aperte anche a chi protesta, purchè arrivino in delegazione e non tutti insieme…”.
Sempre partecipando allo stesso convegno, ha detto, poco dopo: “I giovani escono dalla scuola e devono trovare un’occupazione. Devono anche non essere troppo ‘choosy’, come dicono gli inglesi”. Espressione, questa, che letteralmente vuol dire “esigenti”.
Dichiarazioni che hanno fatto scattare le polemiche, che nel pomeriggio si sono concretizzate in contestazioni aperte al ministro, che nel frattempo si era spostata in Piemonte per prendere parte a un incontro pubblico con Pino Catizone del Pd, primo cittadino di Nichelino, piccolo Comune del torinese. Tra i contestatori esponenti di Rifondazione comunista e dei Cobas di Mirafiori, che hanno urlato “Vergogna vergogna” non appena il ministro è entrato in sala. Tra le grida di chi protestava e di quelle del pubblico che a sua volta si è scagliato contro chi contestava, la situazione è diventata incandescente. “Nessuno vi ha eletti, ridateci il posto fisso”, le urla all’indirizzo della Fornero, che, spazientita, a un certo punto ha tagliato corto: “Non iniziamo proprio niente. Mi dispiace. Il ministro è disposto a vedere i lavoratori in una stanza, ma solo persone disposte a colloquiare. Sono avvilita che si neghino occasioni di dialogo. Voi avete impedito un incontro di democrazia. Posso sopportare molte cose ma non la prepotenza”.
Per il leader di Sel Nichi Vendola “ormai siamo alla farsa”, col “primo caso nella storia di un ministro che protesta contro se stesso”. Contro la Fornero scende in campo anche la Coldiretti: “Almeno duecentomila giovani – scrive l’organizzazione – hanno trascorso l’estate 2011 a lavorare nei campi, dimostrando di essere tutt’altro che schizzinosi e di non essere preoccupati di sporcarsi le mani di terra”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata