Bari, 7 set. (LaPresse) – “C’è un Sud che vuole usare persino la crisi come occasione per ripensarsi e scommettere sull’innovazione, sul cambiamento necessario, sul bisogno di scrollarsi di dosso vecchie mentalità e indolenze culturali”. Lo ha affermato nel suo discorso inaugurale tenuto alla Fiera del Levante, il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. “C’è un Sud che sente il dolore sociale – ha proseguito Vendola – la fatica di vivere, la domanda persino disperata di lavoro di quelle giovani generazioni ingabbiate nei circuiti lividi della precarietà, ma che non chiede elemosine o ammortizzatori sociali: non si può e non si deve ammortizzare il futuro come se fosse una minaccia, lo si deve accogliere come una promessa”.
“Ciò significa tornare ad investire quantitativamente e qualitativamente su formazione, educazione, cultura, ricerca – ha continuato Vendola – recuperando capacità di ascolto delle competenze e delle passioni di chi vive nella scuola e nell’Università. Nella mia Regione lo abbiamo fatto con risultati straordinari, promuovendo esperienze d’avanguardia che hanno riguardato ogni ordine e grado degli apparati formativi. E se capita che il Politecnico di Bari risulti al primo posto nella classifica delle eccellenze accademiche, non si cancelli questa notizia dalle cronache”.
“Abbiamo cercato di ricordare all’intelligenza del Paese – ha anche sottolineato Vendola – spesso inquinata dai leghismi, che il Sud è più complesso e più ricco di quanto non dicano le rozze caricature o i luoghi comuni un po’ razzisti che hanno fatto breccia in settori significativi della cultura dominante. Il Sud non è un tutto omogeneo, non è un ciclopico cono d’ombra che risucchia e oscura civismo e senso dello Stato, non è solo mafia e parassitismo”.
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