Roma, 30 ago. (LaPresse) – “Manifesto la mia più piena solidarietà al Capo dello Stato che subisce oggi l’ennesima campagna di insinuazioni e sospetti solo perché si è fatto carico, nell’esclusivo interesse dell’istituzione e nel pieno rispetto della correttezza procedurale, di chiedere alla Corte Costituzionale una pronuncia sul regime processuale delle intercettazioni di conversazioni che abbiano tra gli interlocutori il Presidente della Repubblica”. Lo afferma il ministro della Giustizia Paola Severino in una nota.”Non si può trasformare la volontà di fare chiarezza su un tema interpretativo così delicato rivolgendosi al massimo organo di interpretazione della legge, spacciandola come volontà di nascondere i contenuti di una o più telefonate o addirittura come volontà di ostacolare un’ indagine che deve avere il suo corso e i suoi esiti giudiziari. Così come – prosegue il ministro Severino – non si può permettere di trasformare la doverosa difesa delle prerogative costituzionali del Capo dello Stato e la tutela di interessi indisponibili, come quello alla riservatezza nelle sue conversazioni, falsamente rappresentandola come una sorta di sipario da far calare sul contenuto delle intercettazioni”.”Chi veramente ama e vuol rispettare e far rispettare i valori della legalità e della giustizia – conclude il Guardasigilli – ha il dovere di attendere, con serenità e senza strumentalizzazioni, la decisione della Corte Costituzionale”.
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