Fiuggi, 22 giu. (LaPresse) – “Gli altri Stati dovrebbero unirsi e imporre alla Germania di uscire lei dal sistema euro e tornare al marco. E’ una soluzione che i tecnici bancari tedeschi stanno esaminando e c’è un movimento favorevole. Gli altri 16 Stati potrebbero far diventare la Bce la banca dell’euro. Se la Germania non concede che la Bce diventi un istituto di garanzia e non vuole uscire dall’euro, allora domandiamoci se non si abbia una convenienza ad uscire noi dall’euro. Ma quando l’ho detto, apriti cielo. Mi hanno accusato di tutto, ma non è una cosa così peregrina”. Dopo la “pazza idea” di far stampare euro alla Zecca, Silvio Berlusconi torna a parlare della crisi dell’Eurozona e lo fa da Fiuggi dove interviene al convegno dei giovani del Pdl. “La soluzione più razionale – spiega presidente del Pdl – è che la Banca centrale europea stampi euro per consentire di pagare i debiti dei Paesi che li hanno accumulati”. Per Berlusconi bisogna analizzare i vantaggi e gli svantaggi della decisione di lasciare l’euro. “Certamente – spiega – avremmo il vantaggio di svalutare la nostra moneta nazionale rendendo più convenienti i nostri prodotti e diminuendo le esportazioni. Ci sarebbe una svalutazione degli immobili? – si chiede ancora il presidente del Pdl – Non vedo proprio il perché. Caso mai potrebbe impensierire l’Imu che in alcuni casi è anche 5 volte più salata dell’Ici che noi abbiamo abrogato”. Solo “una provocazione”, invece, l’affermazione che la Zecca possa stampare euro perché “ci sarebbero gli eserciti degli altri 16 Paesi europei pronti ad intervenire”.

Dopo un primo intervento sulla politica internazionale, Berlusconi torna a parlare del Pdl e della politica nazionale. “A chi mi chiede se ho ancora intenzione di dedicarmi alla politica rispondo che sto maturando delle soluzioni, ma il modo è questo. Io ci sto, ma mi dovete dare il 51%”, afferma il presidente del Pdl che poi ribadisce: “dovremo cambiare il nostro nome. Non perché Popolo della libertà non sia ragguardevole, ma purtroppo non è mai usato. Si usa l’acronimo Pdl e dal centro in giù addirittura la Pdl, che non trasmette nessuna emozione. Stiamo esaminando la situazione, ho già dentro di me un’idea. Prossimamente dovremo aprire il partito a nuove forze e dargli un altro nome in cui ci siano le nostre fondamenta: l’Italia e la libertà”. Infine l’attacco ai giudici. “La Corte Costituzionale ha 15 membri – conclude – di cui 5 nominati dai presidenti della Repubblica. Gli ultimi tre presidenti che si sono succeduti erano tutti di sinistra e hanno eletto 5 membri, tutti dell’area di sinistra. La Costituzione dà potere di nomina ai presidenti della Repubblica pensando che loro dovrebbero riequilibrare i voti dei magistrati e del Parlamento. Oggi, invece, 11 membri della Corte sono di sinistra. La Corte così non è un’istituzione di garanzia ma un organo politico di sinistra. Come può un presidente del Consiglio intervenire sulla realtà, modernizzare lo Stato e realizzare una rivoluzione liberale, di cui avremmo bisogno come della manna?”.

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