Roma, 13 giu. (LaPresse) – Sarà votato domani alle 13, preceduto dalla dichiarazioni di voto, il disegno di legge anticorruzione che oggi ha ottenuto per tre volte la fiducia della Camera, su tre distinti articoli. Nel primo pomeriggio con 461 sì e 75 no, l’Aula ha dato il via libera all’articolo 10, quello sull’incandidabilità dei condannati, così come uscito dalle commissioni Affari costituzionali e Giustizia di Montecitorio. Poi, è stata la volta dell’ok alla fiducia sull’articolo 13, con 431 sì, 71 no e 38 astenuti, sulle modifiche al codice penale e di quella all’articolo 14, che introduce la corruzione tra privati. Ad agitare le acque, però, è stato il primo articolo su cui l’aula ha espresso la propria fiducia relativo all’incandidabilità dei condannati.

Il testo stabilisce che il governo è delegato ad adottare, entro un anno, un decreto legislativo recante un testo unico della normativa in materia di incandidabilità alla carica di membro del Parlamento europeo, di deputato e di senatore della Repubblica, di incandidabilità alle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali. Le condanne per la incandidabilità dovranno essere passate in giudicato e il divieto riguarda reati gravi come quelli di mafia e quelli contro la Pubblica amministrazione (concussione, corruzione, etc.). Per gli altri reati le condanne previste sono quelle oltre i tre anni.

Condannati, quindi, fuori dal Parlamento ma, almeno sulla carta, non prima del 2018. Il ministro della Giustizia, Paola Severino, però rassicura: “Il tempo di un anno previsto nell’articolo 10 del disegno di legge anticorruzione – ha spiegato – è il termine massimo. Cercheremo di accelerare al massimo e di legiferare sull’incandidabilità dei condannati entro il 2013”. Sulla stessa linea anche il titolare del ministero della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, per il quale “con il testo approvato oggi, il Governo è in grado di esercitare la delega a partire dal giorno successivo all’approvazione della legge e in questo modo i nuovi divieti sarebbero di immediata applicazione. Il termine della delega è un termine massimo”. Resta convinto del contrario, cioè dell’applicabilità della norma non prima del 2018, il leader dell’Italia dei valori, Antonio di Pietro, che si dice “scettico”. Avete mai visto un tacchino che si fa la festa da solo per Natale?” chiede, spiegando che “che sugli scranni di questo Parlamento siedono tantissimi condannati e indagati per reati gravi, con i rispettivi avvocati”.

Intanto sul voto finale di domani cala l’ombra della seconda gara degli Azzurri agli Europei. Pur di non rischiare che la conclusione dell’esame del disegno di legge anticorruzione impedisca agli onorevoli fuori sede di rinunciare al secondo match del torneo, la conferenza dei capigruppo della Camera ha stabilito che al termine del terzo voto di fiducia al provvedimento, previsto per questa sera, l’assemblea rimanga a esaminare gli articoli restanti (dal 15 al 20) e i 16 ordini del giorno depositati. Il tutto per accelerare i tempi e arrivare a domani alle 12 con le dichiarazioni di voto e alle 13 il voto finale. Insomma già prima di pranzo gli onorevoli saranno in viaggio con trolley al braccio per assistere, almeno per quanto riguarda gli appassionati, alla sfida che potrebbe essere decisiva per il passaggio del turno.

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