Torino, 15 mar. (LaPresse) – “Dove la giustizia funziona i processi sono rapidi, le decisioni prevedibili, le pene certe, la legalità garantita. Questo è un indubbio effetto attrattivo per le gli investimenti e dunque un contributo rilevante alla competitività del Paese. Vedo difficile estrapolare la materia della corruzione da questo contesto. A ciò si aggiunga che siamo inadempienti a livello internazionale” su vari fronti tra cui l’adeguamento della “durata della prescrizione dei reati corruttivi. Perciò il Capo dello Stato sollecita seri adeguamenti normativi”. Così Michele Vietti, vicepresidente del Csm, intervistato da ‘il Sole 24 ore’ risponde all’indomani del secondo no dell’organo di autogoverno dei magistrati, alla responsabilità civile dei magistrati. Sulla delega al Governo, Vietti la auspica per “un intervento più sistematico e meditato”. Sul perché la corruzione dilaghi. Vietti non ha dubbi: “Il clima politico degli ultimi anni non ha aiutato”. Impossibile toccare la Cirielli ora, secondo l’esponente dell’Udc, si deve però ragionare su “l’interesse dello Stato a esercitare la sua pretesa punitiva”. Priorità alla giustizia civile, che va rifortmata, sulla riduzione dei tribunali avviata dal Governo Vietti si augura “un’attuazione coraggiosa. Infine la legge sulle intercettazioni, per Vietti i punti nodali sono ancora tutti lì, ma “va collocata al suo posto nella scala delle priorità”.
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