Roma, 9 gen. (LaPresse) – Nicola Cosentino deve andare in galera è “questa la posizione della Lega Nord”. Lapidario l’annuncio di Roberto Maroni, ex ministro dell’Interno, che al termine della segreteria politica del Carroccio, in via Bellerio a Milano, ha sciolto definitivamente la riserva, mettendo a tacere le voci su spaccature all’interno del partito, in vista del voto in giunta per Autorizzazioni della Camera di domani. I voti di Luca Paolini e Fulvio Follegot a favore della richiesta di arresto, avanzata dalla procura di Napoli nei confronti del deputato del Pdl, si vanno quindi a sommare a quelli di Pd e Terzo Polo, di cui già da tempo era nota la posizione, portando a 11 i sì all’arresto, lasciando a 9 i contrari di Pdl, Popolo e territorio e Misto. Incerto nelle fila di quella che era l’ex opposizione il voto del radicale Maurizio Turco, che comunque non sarebbe stato decisivo nella conta del risultato finale. Maroni parlando con i giornalisti chiarisce che la relazione dei due membri della giunta ha espresso “la convinzione che non esista alcun fumus persecutrionis nei confronti del parlamentare”. Senza sorprese dell’ultimo minuto domani l’organismo parlamentare, presieduto da Pierluigi Castagnetti, dovrebbe consegnare all’aula della Camera un parere favorevole all’arresto, bocciando pertanto la relazione di Maurizio Paniz che invece aveva ravvisato nell’indagine dei pm partenopei un chiaro intento persecutorio nei confronti di Cosentino.

All’emiciclo spetterà la decisione finale giovedì 12 gennaio e a quasi sei mesi di distanza, il caso di Cosentino sembra sempre più simile a quello di Alfonso Papa. A far andare in carcere l’ex magistrato coinvolto nello scandalo della P4 fu una scelta politica, quella che sembra prospettarsi anche per l’ex sottosegretario all’Economia. Oggi l’alleanza tra Lega e Pdl è naufragata nel governo di Mario Monti, nel luglio scorso la stessa alleanza aveva bisogno di un chiaro messaggio da parte del Carroccio. Su Alfonso Papa però la Lega in giunta si astenne. Il leader del Pdl in Campania è accusato dal gip Egle Pilla, sulla base delle indagini condotte dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Henry John Woodcock, Francesco Curcio e Antonio Ardituro, di riciclaggio, falso, corruzione, violazione di norme bancarie, delitti aggravati dal favoreggiamento politico nei confronti del clan dei Casalesi.

La richiesta di arresto è stata trasmessa a Montecitorio lo scorso 5 dicembre, chiamando i commissari a giudicare per la seconda volta “gli affari di Cosentino con la camorra” (la Camera votò contro una richiesta di arresto nei confronti del parlamentare già nel 2009). Lo scorso 21 dicembre il riesame di Napoli ha confermato la custodia cautelare in carcere per il pidiellino, così come richiesto dai pubblici ministeri. L’ordinanza, firmata dal presidente Nicola Quatrano e dai giudici Mariarosaria Orditura e Francesca Panfolfi, da sabato 7 gennaio è andata ad arricchire la gia abbondante documentazione a disposizione della giunta per le Autorizzazioni, 182 pagine che aggravano ulteriormente la posizione del coordinatore del Pdl in Campania proprio alla vigilia del voto dell’organo parlamentare.Secondo il collegio partenopeo Cosentino “era pienamente consapevole della natura dell’operazione” che doveva portare alla realizzazione del centro commerciale, mai attuato, a Casal di Principe (Caserta), iniziativa definita nell’ordinanza di carattere “economico-criminale”.

Inoltre il riesame dipinge il deputato del Pdl come un “brillante uomo di affari e profondo conoscitore della realtà casalese” tanto che l’operazione per la costruzione del centro commerciale “Il principe” è “un esempio da manuale di riciclaggio di denaro sporco”, non solo “sponsorizzata ma ‘cosa’ di Cosentino”.

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