Roma, 3 dic (LaPresse) – Conclusa ieri la giornata di rendez-vous politico con la ‘sua’ maggioranza, a cui ha illustrato le linee guida della manovra, il presidente del Consiglio, Mario Monti, è atteso da una domenica di incontri, preludio del Consiglio dei ministri che nel pomeriggio di oggi darà l via libera a quella che più parti hanno definito “la stangata”. A partire dalle 9 a palazzo Chigi si avvicendano o il Forum dei giovani, sindacati, imprese, banche, forze dell’ordine ed enti locali.

L’incontro più delicat oè quello con i sindacati, che non vedono di buon occhio l’ipotesi di una riforma delle pensioni troppo pesante. Il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, ha voluto precisare che le organizzazioni dei lavoratori sono “per una trattativa, un confronto serrato e non per una semplice consultazione”. Critico l’approccio del leader della Uil, Luigi Angeletti, che ha definito “un sopruso” l’ipotesi di innalzare a 43 anni la soglia dell’età contributiva. La Cgil, per bocca del suo segretario generale, Susanna Camusso, si dichiara pronta “a sostenere le scelte giuste”, ma altrettanto decisa “a contrastare quelle che riterremo sbagliate”. La Camusso si augura di non essere costretta a “dover usare la lente d’ingrandimento per cercare l’equità nelle manovre che dovranno essere varate”.

Quello con imprese e banche, si prospetta, al contrario, un incontro più cordiale alla luce della proposta di utilizzare titoli di Stato per pagare i debiti contratti dalla pubblica amministrazione nei confronti delle piccole e medie imprese. Ipotesi discussa in un incontro tra il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, il presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, la leader di Confindustria, Emma Marcegaglia e il presidente di Rete Imprese Italia, Ivan Malavasi.

Dopodomani, alle 12, toccherà, infine, agli enti locali con Regioni, Province e Comuni, interessati principalmente alla soluzione del problema dei finanziamenti relativi al trasporto pubblico locale. Terminato il ciclo di incontri il premier potrebbe, fedele allo spirito di collaborazione e rispetto istituzionale più volte dichiarato, recarsi al Colle per aggiornare il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dell’esito di queste insolite ‘consultazioni’, prima di presiedere il Consiglio dei ministri che licenzierà il pacchetto di provvedimenti anti-crisi.

“Sarà una manovra seria e rigorosa”, hanno dichiarato fonti vicine al presidente del Consiglio. Concetto ribadito anche dai leader politici che si sono avvicendati oggi a palazzo Chigi per incontrare Monti, come il segretario del Pdl, Angelino Alfano, che pur fra mille perplessità relative ai dettagli del provvedimento, ha sostenuto come una manovra “severa” sia ritenuta oggi necessaria “per non far stare peggio l’Italia di domani”, d’altra parte questo Governo “è stato chiamato per prendere delle decisioni non facili” e provvedimenti pesanti, sui quali gli spazi di manovra delle forze politiche sembrano ristretti, sia nella fase preparatoria delle misure, sia durante il loro iter in Parlamento.

Nonostante la consapevolezza di quanto siano esigui i margini di trattativa, Terzo Polo e Pdl, ricevuti in mattinata a palazzo Chigi, non hanno rinunciato a dare qualche indicazione su quelle che potrebbero essere, a loro avviso, correzioni possibili, anche per non contraddire le linee programmatiche seguite in questi anni. Angelino Alfano ha ricordato le difficoltà che avrebbe il suo partito a votare un innalzamento delle aliquote Irpef per i redditi a 55mila euro, il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, ha focalizzato l’attenzione sull’importanza di salvaguardare il meccanismo delle detrazioni fiscali.

A Monti il compito di tirare le somme, non prima di aver ascoltato le indicazioni che arriveranno dalla delegazione del Pd, giunta da circa un’ora a palazzo Chigi e pronta a ribadire quanto ripetuto con forza nei giorni scorsi dal segretario Pier Luigi Bersani, vale a dire la necessità di basare i provvedimenti del governo sul principio dell’equità. Al di là del merito dei provvedimenti e di eventuali correzioni, nelle forze politiche c’è comunque la consapevolezza dell’inevitabilità del passaggio pesante e difficile che l’Italia è costretta ad affrontare.

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