Roma, 27 nov. (LaPresse) – Esiste il rischio che in Italia, nell’individuazione delle soluzioni alla attuale situazione critica, prevalga “una sorta di personalismo cinico, che finisce per agevolare un approccio alla crisi tutto centrato sulla dimensione finanziaria”. Lo denuncia Avvenire per il quale, nel momento presente, “è necessario un maggiore impegno delle elite morali e sociali del Paese. E la riflessione che su questo punto si è aperta nel mondo cattolico rappresenta un segnale incoraggiante”. In un editoriale, a firma della ricercatrice del Censis Carla Collicelli, il quotidiano dei vescovi ammette la necessità di utilizzare “strumenti eccezionali rispetto alla normale azione di governo di un Paese come l’Italia”, ma rileva con preoccupazione che “questa constatazione non sembra però accompagnata a livello sociale da una sufficiente consapevolezza dei risvolti problematici di una gestione di governo tutta spostata sull’asse delle decisioni economico-finanziarie e su quello delle compatibilità di tipo internazionale”.

“Usciremo, di questo passo, almeno ce lo auguriamo, dall’emergenza titoli di Stato e Borsa, ma – scrive il giornale della Cei – viene spontaneo chiedersi quando cominceremo a mettere mano all’insieme delle questioni politiche, sociali ed economiche che frenano lo sviluppo del Paese”. Per Avvenire è evidente che “emergenza finanziaria, e conseguente riduzionismo economico, non fanno bene allo sviluppo nel senso pieno del termine”, così come è stato dimostrato che “soffrono di più in simili congiunture i Paesi e i popoli la cui identità è centrata sulla dimensione individuale, più che su quella collettiva e istituzionale”.

E in Italia, rileva l’articolo, “si aggiunge a ciò la questione delle grandi differenze sociali e culturali, tra una parte meridionale decisamente più mediterranea, e una settentrionale con forti influssi di tipo nord-europeo”. “La crisi – conclude il giornale cattolico – va dunque affrontata tenendo conto di tutti questi fattori. E se la congiuntura economico-finanziaria ammette un intervento straordinario all’insegna del riduzionismo economico dei problemi, bisogna da subito pensare allo sviluppo di una cultura civica, comunitaria e individuale, più matura e più volta a consolidare il bene comune”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata