Rochester (Michigan), 10 nov. (LaPresse/AP) – Italia e crisi dell’eurozona al centro della campagna elettorale dei repubblicani per la corsa alla Casa Bianca del 2012. Nel dibattito degli otto candidati Gop che si è tenuto ieri sera a Rochester in Michigan ed è stato trasmesso dall’emittente Cnbc, l’economia l’ha fatta da padrone. Domanda rivolta dai moderatori: gli Stati Uniti devono partecipare a un eventuale salvataggio dell’Italia? Risposta unanime: gli Stati Uniti devono concentrarsi sulla loro economia.

Sulla questione si sono sbilanciati in particolare l’ex governatore del Massachusetts Mitt Romney ed Herman Cain, recentemente nell’occhio del ciclone dopo che quattro donne lo hanno accusato una dopo l’altra di molestie sessuali. Ci sarà un tentativo di tirare gli Stati Uniti dentro il salvataggio dell’Italia, ma Washington ha bisogno di concentrarsi sulla sua economia, ha detto Romney. “L’Europa è capace di prendersi cura dei suoi problemi, non vogliamo impegnarci e salvare le loro banche e le loro economie”, ha aggiunto. Romney, inoltre, ha escluso l’ipotesi di aiuti federali alle banche Usa che detengono il debito italiano e ha detto che se gli Stati Uniti non si impegnano seriamente per ridurre la spesa e affrontare il problema del debito, fra quattro o cinque anni si ritroverà nelle stesse condizioni dell’Italia.

A Romney ha fatto eco Cain. “Abbiamo bisogno di concentrarci sulla nostra economia o falliremo”, ha detto invitando ad attuare tagli della spesa e a lavorare per un dollaro forte e per misure che stimolino la crescita. L’Italia, ha aggiunto, è “oltre il punto di non ritorno” e non c’è molto che gli Stati Uniti possano fare direttamente per aiutarla perché l’economia lì è in una situazione difficile. Inevitabile la domanda sulle accuse recentemente rivolte a Cain, ma il candidato le ha subito liquidate. “Gli americani meritano di meglio che qualcuno processato dall’opinione pubblica in base ad accuse senza fondamento”, ha detto. “Tengo al mio personaggio e la mia integrità più di ogni altra cosa e per ogni persona che avanza un’accusa ingiusta ce ne sono probabilmente migliaia che vengono avanti e dicono che questo non è mai successo con Herman Cain”, ha detto il repubblicano. A questo punto i moderatori hanno chiesto all’ex imprenditore Romney: “Manterrebbe Cain come amministratore delegato viste le accuse”? La risposta: “Herman Cain è la persona giusta per rispondere a queste domande e lo ha appena fatto”.

Sul palco della Oakland University, oltre a Romney e Cain, c’erano il governatore del Texas Rick Perry, l’ex speaker della Camera Newt Gingrich della Georgia, l’ex senatore della Pennsylvania Rick Santorum, la deputata del Minnesota Michele Bachmann, Ron Paul e Jon Huntsman. Rick Perry, che intendeva sfruttare il dibattito come possibilità per diventare il front-runner, sarà ricordato per una gaffe andata in onda in diretta tv e che ora impazza sul web. A un certo punto della discussione Perry stava parlando delle tre agenzie governative che ha promesso di eliminare in caso di elezione, ma non è riuscito a ricordare la terza. “La terza agenzia del governo che eliminerei… istruzione, commercio e … vediamo, non ci riesco. La terza non riesco. Oops”, ha detto Perry che non riusciva a ricordare di voler abolire il dipartimento dell’Energia.

Critica unanime a Obama da parte degli otto per il salvataggio dei giganti dei mutui Fannie Mae e Freddie Mac nel settembre del 2008, costato ai contribuenti circa 169 miliardi di dollari. Nessuno dei repubblicani in corsa per la Casa Bianca avrebbe offerto l’assistenza federale. In particolare, poi, l’esponente dei Tea Party Michele Bachmann accusa Freddie Mac di aver pagato ai suoi manager bonus multimilionari. Breve cenno anche all’industria dell’auto. E anche in questo caso l’Italia viene chiamata in ballo per la Fiat. “Obama ha consegnato General Motors a United Auto Workers (Uaw) e Chrysler a Fiat” ha detto Rick Perry, riferendosi al fatto che Fiat ha ricevuto un’iniziale partecipazione del 20% in Chrysler in cambio di tecnologie ed esperienza nel management quando Chrysler è riemersa dalla bancarotta nel 2009. Da allora Fiat ha pagato circa 1,8 miliardi di dollari per aumentare la sua proprietà al 53,3%, cifra che comprende anche 500 milioni di dollari di pagamento al Tesoro americano per acquistare il 6% appartenente al governo.

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