Roma, 1 ott. (LaPresse) – “L’unica alternativa all’autodeterminazione dei popoli, diritto riconosciuto da un organismo internazionale che non si può tirare in ballo soltanto per la missione di pace in Libia per poi dimenticarsene per tutto il resto, è la trasformazione in senso federale dello Stato, per fare sì che il cittadino venga trattato come tale e non come suddito”. E’ quanto afferma, in una lunga nota, il ministro per la Semplificazione normativa e coordinatore delle segreterie nazionali della Lega nord, Roberto Calderoli. “Fermo restando che l’articolo 139 della Costituzione -aggiunge Calderoli – prevede che solo e unicamente ‘la forma repubblicana’ non possa essere oggetto di revisione costituzionale e che conseguentemente potrebbero esserlo gli aggettivi di cui al primo periodo dell’articolo 5, è bene ricordare che nella proposta di revisione costituzionale da noi presentata, proposta che prevede la trasformazione in senso federale dello Stato, il dimezzamento del numero dei parlamentari e la revisione della forma di Stato e di Governo, non vi è traccia di nulla che possa minare l’unità nazionale”.

“La settimana prossima – aggiunge il ministro leghista – la proposta di riforma costituzionale, approvata dal Governo, verrà trasmessa al Senato: dedichiamo i due mesi previsti dal regolamento per l’esame in commissione e, ragionevolmente, la si potrà approvare in aula entro dicembre 2011. La Camera dei Deputati potrebbe poi esaminare nei primi tre mesi del 2012 la proposta ed approvarla in prima lettura già nel mese di marzo”.

“A quel punto – spiega Calderoli – utilizziamo i novanta giorni di intervallo previsti tra la prima e la seconda lettura per approvare una riforma della legge elettorale, una riforma necessaria non tanto per evitare il referendum quanto per adeguare il sistema elettorale ai principi della nuova forma di Stato e di Governo conseguenti alla riforma costituzionale. Giugno e luglio 2012 possono essere i mesi giusti per la seconda lettura e l’approvazione definitiva della riforma, completando così il cammino delle riforme entro l’estate 2012. Così vedremo chi raccoglierà la sfida delle riforme e chi riformista lo è davvero e non soltanto a parole”.

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