Milano, 1 ott. (LaPresse) – “Se oggi abbiamo una democrazia trasparente lo dobbiamo a Silvio Berlusconi, che è un uomo generoso. Credo che difficilmente qualcuno di noi possa dire di averlo aiutato, ma è sempre successo il contrario. Lui non ha mai avuto bisogno, anzi ci ha sempre trascinato. Oggi è il contrario. Per la prima volta in 18 anni serve una squadra che aiuti Berlusconi”. E’ questo l’appello che il segretario del Popolo della libertà, Angelino Alfano, ha rivolto ai dirigenti e ai militanti del partito, a Pero, nel milanese, per gli stati generali del Pdl lombardo. “E’ il momento di dargli affetto e gratitudine – ha spiegato l’ex ministro della Giustizia – per una ragione etica, non soltanto politica”. E a proposito di Berlusconi, Alfano si è affrettato a specificare che all’interno del Pdl “non ci sarà nessuna diaspora” al momento della successione, perché resterà “una bandiera dietro la quale combattere”.

L’ex guardasigilli ha voluto, poi, spiegare la sua idea del futuro del partito, che dovrà essere “senza padroni e contro i padrini”. “Diciamo a ‘ndranghetisti, camorristi e mafiosi – ha detto – che ogni volta che compreranno una tessera verrà usata contro di loro, perché la useremo in parlamento per leggi contro la mafia. Se il Pdl sarà in grado di selezionare i propri candidati, “saremo in grado non di curare – ha spiegato Alfano – ma di prevenire con delle liste fatte bene, evitando di candidare gente che ha macchine che non potrebbe permettersi”. Il rinnovamento del Popolo della libertà passa, per il suo segretario, anche attraverso “nuove parole chiave”. “Alle elezioni del 2012 voteranno i bambini nati nella primavera del 1994, quando scese in campo Berlusconi con Forza Italia. Noi abbiamo il dovere di dire cose nuove a quei bambini di allora” ha ricordato.

E mentre il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, apre la strada verso il referendum , definendo il milione di firme raccolte “un segnale forte” che va ascoltato, Alfano ha detto che il Pdl è idoneo “a vincere con ogni sistema elettorale”. “Noi siamo perché venga salvaguardato il più grande risultato di questo periodo – ha spiegato il segretario – cioè la democrazia trasparente. Siamo per il bipolarismo e per restituire ai cittadini il diritto di scegliersi il proprio parlamentare”.

Poco dopo, poi, Alfano è arrivato a Brescia e si è recato a Palazzo Loggia, sede del Comune, per un saluto al sindaco Adriano Paroli (Pdl). Ad attenderlo anche Manlio Milano, presidente della Casa della Memoria, istituzione bresciana preposta alla conservazione della memoria sui cosiddetti ‘anni di piombo’ italiani. Insieme, sindaco, segretario e presidente, si sono recati in piazza della Loggia, a Brescia, dove hanno deposto un mazzo di fiori ai piede della stele in memoria delle vittime della strage, di stampo neofascista, del 1974. Poi, hanno raggiunto il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, alla sede del Giornale di Brescia, per un breve saluto. Durante l’inaugurazione della nuova sede del Pdl a Bresca Alfano ha detto: “Parte dal nord, con questa due giorni milanese, che ha dimostrato quanto sia vivo il Pdl e quanto sia forte il senso di orgoglio di un partito che punta a vincere le elezioni politiche nel 2013”. Ma niente secessione: “Noi siamo un grande partito che crede nell’Italia unita. La Lega parla di secessione dalla sua nascita. Noi siamo per l’unità d’Italia, e comunque in consiglio dei ministri è stato appena approvato un disegno di legge di riforma dell’architettura dello Stato, che noi abbiamo sostenuto e in cui non c’è traccia della secessione”.

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