Roma, 28 ago. (LaPresse) – “Si scrive Penati si legge Bersani. Il sistema di potere dei Ds-Pd emerge con chiarezza dalle vicende di Sesto San Giovanni. Appare come la continuazione delle tradizionali vicende che hanno visto il principale partito della sinistra al centro di un sistema finanziario ricco di risorse e povero di trasparenza, per non dire altro”. Lo afferma il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri.

“Non è un caso – continua – che in difesa del modello Sesto sia scesa in campo anche la vecchia guardia dell’ex Pci sui propri giornali poco riformisti. Non sarà il soccorso giudiziario che vorrebbe far scattare la prescrizione a cancellare questo gigantesco scandalo. Le cifre enormi, i rapporti tra Gavio, Fassino e Bersani, proseguiti nell’acquisto superpagato delle azioni della Serravalle da parte di Penati, fanno immaginare che le risorse illecitamente pagate non servissero per singoli corrotti, ma per alimentare un sistema”.

“E Bersani – prosegue Gasparri – spera di farla franca come capitò ai suoi predecessori graziati dal Di Pietro magistrato che così, salvati dalla tangente Enimont i capi Pds D’Alema, Veltroni, Fassino eccetera, si avviò verso la carriera ministeriale insieme alla sinistra a cui aveva garantito immeritata impunità. Dall’Enimont e dalle coop al metodo Sesto gestito da Penati braccio destro di Bersani la storia non pare diversa. Serve una campagna di verità”.

“E’ questo – continua Gasparri – il vero e illecito costo della politica. Bersani non si illuda di sfuggire alle sue colpe politiche e morali. Così come Penati e i compagni di Sesto non potranno evitare la realtà. C’è tutta una storia da riscrivere. Dalla Napoli degli anni ottanta all’area Falck”.

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