Bellissima Virginia Raffaele. Voto altissimo anche per Daniele Silvestri con Manuel Agnelli

La quarta serata del Festival è quella più ricca di artisti e musica. Ognuno dei 24 cantanti in gara porta con sé sul palco uno o più ospiti.

VIRGINIA RAFFAELE 8: bellissima e di nuovo elegante come la prima sera, lungo abito nero e argento luccicante, monospalla e con una manica lunga, spacchi vertiginosi. Ancora una volta si mette in gioco improvvisando con Patty Pravo.

SHADE E FEDERICA CARTA 6: l'effetto sigla da cartone animato con Cristina D'Avena è assicurato, ma inspiegabilmente funziona perfettamente. Forse anche per la giovanissima età dei due artisti in gara.

MOTTA 5: quanto è bravo da solo, tanto il testo si perde nel duetto con Nada. Le due voci non si amalgamano bene e il pezzo è meno potente.

IRAMA 4: nonostante la voce non le manchi, Noemi sparisce completamente. Si sente solo il vincitore di 'Amici'. E l'intento della collaborazione, di certo, non era questo.

LIGABUE 7: si poteva evitare la scena dell'ingresso sul trono, e anche il duetto con Baglioni su 'Dio è morto'. Ma quando parte 'Urlando contro il cielo' non si può non cantare, e lui si fa perdonare.

PATTY PRAVO E BRIGA 5: già non si amalgamavano in due, l'arrivo di Giovanni Caccamo crea ancora più confusione. Li salva solo la naturale simpatia che ispira la follia (poco) controllata di Patty, che arriva tardi sul palco e scherza con Virginia Raffaele.

NEGRITA 6.5: la tromba di Roy Paci arricchisce il brano, lo rende più morbido e meno rock. E la voce roca di Enrico Ruggeri fa un bel contrasto con quella di Pau.

IL VOLO 6: incredibilmente il violino di Alessandro Quarta rende rock il brano più classico del Festival. Una scelta azzeccata.

ARISA 7.5: l'effetto 'Furia cavallo del west' è dietro l'angolo, ma alla fine è divertente e irresistibile il duetto con Tony Hadley degli Spandau Ballet. E a un'intera generazione basta già il solo fatto di rivederlo in tv.

MAHMOOD 7: non c'è niente da fare, 'Soldi' funziona, e con Guè Pequeno ancora di più. Una delle pochissime cose (forse l'unica) che fanno muovere le anche in questo Festival.

GHEMON 8.5: 'Rose viola' diventa ancora più soul nella versione con Diodato e i Calibro 35. Probabilmente è una delle versioni più modificate per questa serata. Un ottimo risultato, quasi una canzone nuova.

FRANCESCO RENGA 4.5: il brano non convince e il duetto non cambia la situazione. Nè la voce di Bungaro né la meraviglia nella danza di Eleonora Abbagnato e Friedemann Vogel possono rendere più accattivante l'esibizione.

ULTIMO 4: decisamente meglio lui da solo che non con l'aiuto di Fabrizio Moro, che urla troppo e in maniera sguaiata per un pezzo intimo pensato per pianoforte e voce.

ANASTASIO 9: poteva essere uno degli artisti in gara e avrebbe sicuramente vinto. Il trionfatore di 'X Factor' porta uno dei suoi testi per rispondere a Bisio in un dialogo padre-figlio. Il risultato è da brividi.

BOOMDABASH 8: la canzone è tenera e divertente, Rocco Hunt si inserisce benissimo e i bimbi dei Musici cantori di Milano completano l'opera. Tutto l'Ariston balla con loro. Travolgenti

THE ZEN CIRCUS 7.5: chiamare in aiuto gli amici è sempre una buona idea. Se avesse partecipato, Brunori Sas il Festival avrebbe anche potuto vincerlo. Ma è sempre in tempo per i prossimi anni.

PAOLA TURCI 7: non aveva di certo bisogno di aiuto, ma l'inserimento di Beppe Fiorello è ben riuscito e il duetto è armonico.

ANNA TATANGELO 5: Syria non aggiunge e non toglie nulla all'interpretazione, la canzone rimane debole come nell'esibizione singola.

EX-OTAGO 6: un altro duetto evitabile, la voce roca di Jack Savoretti non si sposa perfettamente con quella del cantante Maurizio e la strofa in inglese fa molto boyband anni '90.

ENRICO NIGIOTTI 6.5: la scelta del cantautore livornese è di non avere altre voci con sé, solo paolo jannacci al piano e il sand artis Massimo Ottoni a fare da sfondo con le sue creazioni di sabbia.

LOREDANA BERTE' 7: Irene Grandi mancava al Festival, e per fortuna ci ha pensato Loredana a riportarla. Un duetto pieno di energia femminile. Standing ovation.

DANIELE SILVESTRI 9: Silvestri voleva l'effetto 'gridato' di Manuel Agnelli e l'ha avuto. L'urlo di una intera generazione di adolescenti. Perfetti.

EINAR 3: con Biondo e Sergio Sylvestre. I più giovani, i più vecchi. La trap di Biondo non svecchia neanche di un giorno. Non c'è altro da dire, se non che forse le nuove generazioni dovrebbero osare di più.

SIMONE CRISTICCHI 6: la poesia è la stessa, la voce di Ermal Meta ci sta bene. D'altronde l'accoppiata l'avevano già provata l'anno scorso, a ruoli invertiti.

NINO D'ANGELO E LIVIO CORI 7: meglio soli che con i Sottotono, ma rivedere Tormento e Fish fa felice tutta la generazione dei nati negli anni '80.

ACHILLE LAURO 9.5: se due matti come Lauro e Morgan si incontrano, il risultato è devastante. Il duetto più stravagante e imprevedibile della serata.

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