Il governo è spaccato dopo la decisione dell'Europarlamento di riconoscere il leader dell'opposizione come legittimo presidente ad interim

"Ci aspettiamo molto dall'Italia e siamo sicuri che sceglierà di stare dalla parte della gente che chiede il cambiamento", queste le parole di Juan Guaido a Rainews24, intervistato a Caracas sul dibattito in corso nel Paese dopo la decisione dell'Europarlamento di riconoscere il leader dell'opposizione come "legittimo presidente ad interim", chiedendo a tutti i Paesi dell'Unione europea di fare la stessa cosa. "Quella italiana è una comunità ricca in cultura e talento, che ha portato molti investimenti e sviluppo in Venezuela e spero continui a farlo", ha aggiunto Guaido. Poi il venezuelano ha ribadito che Maduro "ha perso ogni tipo di controllo e chi ne paga le conseguenze è il cittadino, che ha bisogno di cibo, ha bisogno di medicine e altre cose", ricordando i dati degli ultimi giorni: "Ci sono 70 giovani assassinati in una settimana dal Faes (le forze speciali di polizia ndr.), ci sono 700 persone detenute delle quali 80 sono minorenni, bambini fra gli 11 e i 17 anni".

La posizione dell'Italia espressa dal sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano – il quale ha detto che Roma non riconosce Juan Guaido come presidente del Venezuela per "evitare una nuova guerra" e "lo stesso errore fatto in Libia" – "denota una scarsa conoscenza di ciò che sta accadendo in Venezuela". "Invito – ha dichiarato al Tg2 Juan Guaido – il sottosegretario a informarsi su quello che sta succedendo. Probabilmente mancano le informazioni, invitiamo che facciano la cosa corretta. I giorni in Venezuela si contano in vite umane che assassina Maduro, che mette in carcere o che muoiono di fame". Poi ha aggiunto: "Trovare la scusa che ci potrebbe essere qualcosa di peggio di questo non è giusto". Per Guaido, "una Libia non è possibile in Venezuela perché ciò che sostiene il regime è assolutamente allineato non con un'ideologia ma con il denaro, denaro che non hanno più". Rispondendo al giornalista del Tg2, che chiedeva se avesse avuto contatti con l'Italia, Guaido ha detto: "Ho parlato con il ministro degli Esteri, con il vice ministro, sono molto preoccupati per la situazione in Venezuela e noi li ringraziamo per la loro preoccupazione. La risoluzione dell'Europarlamento è stata molto importante per il Venezuela e la causa democratica del Paese. Sono sicuro che nei prossimi giorni anche gli esecutivi di ogni Paese daranno il loro appoggio non a Juan Guaido, ma alla democrazia e alla Costituzione del Venezuela". 

L'Italia ieri ha bocciato una proposta di compromesso all'Unione europea, presentata dalla Svezia, per riconoscere implicitamente Juan Guaido come presidente ad interim del Venezuela per convocare nuove elezioni. Lo ha fatto sapere una fonte diplomatica europea a Europa Press. I ministri degli Esteri europei giovedì a Bucarest hanno discusso i passi da fare una volta che domenica scadrà l'ultimatum di otto giorni, imposto da vari Paesi, per la convocazione di nuove presidenziali, sotto minaccia di riconoscimento di Guaido. La proposta di compromesso, presentata dalla ministra degli Esteri Margot Wallström, è stata respinta solo dall'Italia e sostenuta dagli altri, secondo la fonte. "Non era un riconoscimento formale ma gli si avvicinava molto, anche i greci avevano accettato, tutti l'avevano fatto, tranne l'Italia", ha spiegato.
 

L'appello di Tajani. "I governi europei, a partire da quello italiano, devono trovare una posizione comune, senza farsi influenzare da Washington o da Mosca, consci che la priorità è ripristinare la democrazia e condizioni di vita accettabili in Venezuela", ha dichiarato il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, di Forza Italia, precisando che "a Maduro va dato un ultimatum: elezioni democratiche o non ti riconosciamo presidente legittimo. L'intervento politico forte dell'Ue è indispensabile. Anche i partiti italiani, come i governi, dovrebbero mettere da parte gli interessi da campagna elettorale e schierarsi compatti per garantire al popolo venezuelano di decidere il suo destino in libere elezioni. Al più presto".

Da ore, Lega e M5s si stanno schierando nelle posizioni opposte. "Il cambiamento lo decidono i cittadini venezuelani. Noi siamo dalla parte della pace e della democrazia, quindi dobbiamo creare tutti i i presupposti per favorire nuove elezioni", ha detto il vicepremier Luigi Di Maio, lasciando l'Aula della Camera. "Visto che siamo già stati scottati dalle ingerenze in altri Stati, – ha continuato – non vogliamo arrivare al punto di riconoscere soggetti che non sono stati votati. Per questo non riconosciamo neppure Maduro, e per questo l'Italia continua a perseguire la via diplomatica e di mediazione con tutti gli Stati, per arrivare ad un processo che porti a nuove elezioni, ma senza ultimatum, e senza riconoscere soggetti che non sono stati eletti". Nelle ore precedenti il pentastellato sottosegretario agli Esteri Manlio di Stefano aveva già chiarito che "l'Italia non riconosce Guaido perché siamo totalmente contrari al fatto che un Paese o un insieme di Paesi terzi possano determinare le politiche interne di un altro Paese". Mentre il suo omologo leghista Guglielmo Picchi aveva detto: "Lega considera la presidenza Maduro terminata". 

Alla fine interviene anche Palazzo Chigi. "L'Italia, in linea con la Dichiarazione adottata dall'Alto Rappresentante Ue a nome dei 28 Paesi membri il 26 gennaio scorso, ribadisce la sua massima preoccupazione per gli ultimi sviluppi in Venezuela. A tal fine – si legge in una nota della presidenza del Consiglio –  si ricorda che l'Italia non ha mai riconosciuto le elezioni presidenziali tenutesi nel maggio 2018 e ribadisce la necessità di indire quanto prima nuove elezioni presidenziali". Poi prosegue: "L'Italia, in qualità di membro del Gruppo di Contatto istituito in occasione della Riunione dei Ministri degli Esteri dell'Unione Europea a Bucarest, è a favore di ogni iniziativa diplomatica che favorisca un sollecito, trasparente e pacifico percorso democratico ed eviti lo stallo nel Paese nel primario interesse di tutto il popolo venezuelano e della numerosa comunità italiana che vi risiede – prosegue la nota -. L'Italia auspica infine che ogni sforzo collettivo sia mirato a non alimentare le divisioni interne al Paese e nell'ambito della Comunità internazionale".

  

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