Il collaboratore dell'ex presidente Usa Donald Trump è accusato di oltraggio per essersi rifiutato di testimoniare davanti alla commissione sui fatti del 6 gennaio

Il collaboratore di lunga data dell’ex presidente americano Donald Trump, Steve Bannon, è stato preso in custodia federale con l’accusa di oltraggi. Bannon è stato arrestato questa mattina e dovrebbe comparire in tribunale nel pomeriggio. Bannon è stato incriminato venerdì per oltraggio al Congresso per essersi rifiutato di testimoniare davanti alla commissione sui fatti del 6 gennaio, cioè sull’assalto al Campidoglio Usa da parte dei sostenitori di Trump, e per essersi rifiutato di fornire documenti in risposta alla citazione del comitato.  E’ stato lo stesso Steve Bannon ad arrendersi e consegnarsi alle autorità federali, recandosi negli uffici dell’Fbi.

L’ex consigliere di Donald Trump, dopo l’udienza, è stato rilasciato senza cauzione dal giudice Robin Meriweather, che però  gli ha chiesto di presentarsi settimanalmente ai funzionari del tribunale e gli ha ordinato di consegnare il passaporto. Giovedì dovrebbe tornare in tribunale.

Chi è Steve Bannon, l’ex braccio destro di Donald Trump

Former White House strategist Steve Bannon arrives at the FBI Washington Field Office

Stephen Kevin Bannon, ex stratega di Donald Trump uscito dalla Casa Bianca lo scorso agosto, è tornato agli onori delle cronache per le sue parole contenute in un libro che verrà pubblicato la prossima settimana, ‘Fuoco e furore: Nella Casa Bianca di Trump’. Nel libro, cui alcuni estratti sono stati anticipati da media anglosassoni, Bannon si scaglia contro il presidente, raccontando anche pettegolezzi e retroscena piuttosto gustosi.

Ieri il presidente americano aveva reagito violentemente alle parole del suo ex consigliere. “Steve Bannon non ha niente a che fare con me o la mia presidenza: quando è stato licenziato, non solo ha perso il lavoro, ma ha perso la testa“, ha detto l’inquilino della Casa Bianca in una nota. “Ora che è da solo, Steve sta imparando che vincere non è così facile come possa sembrare – ha aggiunto Trump -. Steve ha avuto ben poco a che fare con la nostra storica vittoria, che è stata ottenuta da uomini e donne dimenticati di questo Paese”.

Bannon è conosciuto soprattutto per essere l’animatore di Breitbart News, un forum di ultra-destra, una confederazione di coloro che rifiutano la politica tradizionale e che comprende neonazisti, suprematisti bianchi e antisemiti. Lo stesso Bannon, che è stato anche regista e produttore di film, dà a questa piattaforma l’etichetta di ‘Alt-right’, destra alternativa (a quella, considerata moderata, dei Repubblicani più tradizionali).

Nato 65 anni fa, laureato in pianificazione urbana nel 1976 presso l’università di Virginia Tech, consegue in seguito un master in Studi sulla Sicurezza nazionale presso la Georgetown University. A cavallo tra gli Anni Settanta ed Ottanta, per un settennato, è ufficiale di Marina. Nel 1985 ottiene anche un MBA con lode presso la Harvard Business School, e diventa quindi broker a Goldman Sachs.

Nelle elezioni del 2016, quelle che hanno portato all’affermazione di Trump, è stato coordinatore della campagna elettorale, cui si era unito nell’agosto dello stesso anno, tre mesi prima della vittoria. Il 29 gennaio 2017 entra nella Casa Bianca, sedendo addirittura nel Consiglio per la Sicurezza Nazionale (ne uscirà qualche mese dopo, in aprile, probabilmente per dissidi con la corrente guidata dalla figlia di Trump Ivanka, considerata più moderata).

Pur non sedendo più nel Consiglio di Sicurezza Nazionale, Bannon resta alla Casa Bianca come stratega fino al 18 agosto del 2017: quel giorno viene sollevato dall’incarico. L’indomani torna ad essere presidente esecutivo di Breitbart News. Alla fine dell’anno scorso appoggia per l’elezione speciale dell’Alabama il controverso candidato Roy Moore, che però perde contro i democratici.

 

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