Falliti i blitz a San Paolo dopo l'annuncio della richiesta di arrestare l'ex terrorista per poi estradarlo in Italia

Cesare Battisti non si trova e la polizia brasiliana non esclude che possa essere fuggito fuori dal Brasile. L'ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac), condannato all'ergastolo in Italia per quattro omicidi risalenti agli 'anni di piombo' – di cui due commessi in prima persona e due in concorso con altri – è latitante dopo che il presidente uscente brasiliano Michel Temer venerdì scorso ha decretato la sua estradizione in Italia, all'indomani dell'ordine di arresto emesso dal Supremo tribunale federale. Secondo la testata Uol, che non cita fonti, Battisti potrebbe aver varcato da almeno 10 giorni i confini del Brasile, che si estendono per 17mila chilometri e sono valicati anche da strade locali prive di posti di controllo.

Due tentativi di catturarlo sono falliti lunedì nello Stato di San Paolo. La polizia federale aveva ricevuto due segnalazioni anonime di possibili nascondigli, dopo aver fatto appello alla popolazione per informazioni e diffuso fotografie di 20 possibili travestimenti. Secondo Uol, la divisione antiterrorismo ha cercato Battisti nelle due località, ma invano. I vicini di casa dell'italiano a Cananeia, la cittadina sulla costa dello Stato di San Paolo dove Battisti vive da anni, hanno raccontato di non averlo visto da quando il politico d'estrema destra Jair Bolsonaro il 28 ottobre ha vinto il secondo turno delle presidenziali.

L'ambasciatore italiano in Brasile, Antonio Bernardini, ha sottolineato in un'intervista esclusiva alla trasmissione Jornal da Manhà che, "dal punto di vista giuridico, non ci sono problemi per l'estradizione: ora è un problema di polizia". Il coordinatore per le estradizioni del ministero delle Giustizia, Rodrigo Sagastume, ha sottolineato ai media che "sono già state prese tutte le misure legali e logistiche per il trasferimento". Resta quindi fermo sulla pista dell'aeroporto internazionale di Guarulhos, a San Paolo, l'aereo militare inviato da Roma per riportare Battisti nel suo Paese d'origine, non appena sarà arrestato. Gli agenti italiani arrivati a San Paolo per lo stesso motivo stanno collaborando con le forze dell'ordine locali e con l'Interpol, soprattutto fornendo informazioni e dati di intelligence.

Sergio Moro, magistrato simbolo dell'inchiesta per corruzione 'Lava Jato' e scelto da Bolsonaro come futuro ministro della Giustizia, ha criticato l'asilo concesso all'italiano definendolo basato "su motivazioni politiche e partitiche" e definendo quindi "giusta" la decisione di Temer sull'estradizione. Nel frattempo, in un Brasile in cui le fake news sono diventate un problema dilagante, su internet circola una nuova bufala: il testo, ripreso dai media, dice che Battisti riceverebbe ogni mese un sussidio di oltre 31mila reais (oltre 7mila euro) in qualità di perseguitato politico, che gli sarebbe assegnato dalla Commissione della verità incaricata di indagare sui crimini della dittatura militare (1964-1985).

Battisti, condannato in contumacia nel 1993, era evaso dal carcere di Frosinone nel 1981. Fuggito prima in Francia, poi in Messico, poi di nuovo in Francia dal 1990, nel 2004 era arrivato in Brasile. Qui è stato arrestato nel 2007, ma nel 2009 ha ricevuto asilo politico e il 31 dicembre del 2010 l'allora presidente Lula, nell'ultimo giorno di mandato, ha bloccato l'estradizione. L'ultimo arresto risale all'ottobre del 2017 alla frontiera con la Bolivia, con l'accusa di violazione delle norme sulle valute straniere e riciclaggio di denaro. È stato rilasciato poco dopo.

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