Ad aprire le cerimonie l'attuale presidente e fratello del líder maximo

Migliaia di persone hanno partecipato al grande evento in piazza Antonio Maceo di Santiago de Cuba, per l'ultimo saluto pubblico a Fidel Castro, scomparso venerdì della scorsa settimana all'età di 90 anni. Ad aprire le cerimonie, l'attuale presidente e fratello del líder maximo Raúl Castro, alle 19 ora locale, in uniforme militare.

NESSUN LUOGO PUBBLICO IN SUO NOME. "Il líder della rivoluzione rifiutava qualisiasi tipo di manifestazione di culto della personalità ed è stato coerente con questa attitudine nelle ultime ore della sua vita", ha detto Raúl, annunciando così che il nome la figura di Fidel Castro non saranno utilizzati per denomiare luoghi pubblici, strade o piazze sull'isola. Così come non saranno eretti in sua memoria né monumenti, né busti, né statue.

RAUL: È STATO NOSTRO ESEMPIO. Nel suo intervento, Raul ha definito il fratello come "il figlio più illustre di Cuba in questo secolo", "colui che ha dimostrato che si poteva tentare la conquista del Moncada, che si poteva trasformare quella battuta d'arresto in una vittoria". Fidel, ha proseguito il capo di Stato, ci ha anche dimostrato che "si poteva arrivare a Cuba sul Granma, resistere al nemico, alla fame, alla pioggia e al freddo" o che "si poteva respingere in 72 ore l'invasione mercenaria di Playa Giron e proseguire la battaglia per sradicare l'analfabetismo" o "proclamare il carattere socialista della rivoluzione a 90 miglia dell'impero". Raul ha poi ricordato l'embargo e la capacità di resistere di fronte alle difficoltà economiche: Fidel "ha dimostrato che si è potuto, si può e si potrà superare qualsiasi ostacolo, minaccia o turbolenza nel nostro fermo impegno a costruire il socialismo a Cuba". Al grido di "Hasta la victoria siempre", il presidente ha chiuso il suo intervento e lasciato la parola alle altre personalità presenti, tra cui i rappresentanti di tante organizzazioni ufficiali, dai sindacati alla Federazione delle donne cubane.

I LEADER PRESENTI. Tra i tanti partecipanti anche leader internazionali da sempre vicini a Cuba. Come il presidente del Venezuela Nicolßs Maduro, quello della Bolivia Evo Morales e quello del Nicaragua Daniel Ortega, oltre agli ex presidenti del Brasile Lula da Silva e Dilma Rousseff. Presente anche 'el pibe de oro' Diego Armando Maradona, amico intimo di Fidel. Tra gli invitati anche i 'Cinque eroi', gli agenti cubani che hanno scontato la condanna al carcere negli Stati Uniti, tre dei quali vennero liberati il 17 dicembre 2014 come parte dell'accordo per ristabilire le relazioni diplomatiche tra L'Avana e Washington.

MORALES: ORA TOCCA A NOI PORTARE AVANTI SUA EREDITA'. "Unità, unità, insisteva Fidel in diverse opportunità, parlando con i popoli progressisti del mondo, in particolare in questa regione per affrontare gli assalti della destra imperialista. Ora siamo noi che dobbiamo portare avanti la sua eredità", ha detto Morales, intervistato dai media statali, al suo arrivo a Santiago. Secondo il presidente della Bolivia "l'impronta rivoluzionaria di Fidel rimarrà nel tempo e l'esempio più visibile è quello che mostra il popolo cubano con l'impegno a difendere le sue conquiste a qualsiasi prezzo. La forza delle sue convinzioni durerà per molti anni".

LA SEPOLTURA. Dopo aver percorso da mercoledì l'intera isola a partire dall'Avana, questa mattina alle 7 ora locale (le 13 in Italia), le ceneri del lider maximo saranno inumate nel cimitero di Santa Ifigenia, proprio a Santiago, nel corso di una cerimonia intima e privata. Qui il comandante riposerà per sempre, al fianco dell'eroe nazionale José Martí.

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