Venezuela, la leader dell’opposizione Figuera: “Maduro si faccia da parte”

Venezuela, la leader dell’opposizione Figuera: “Maduro si faccia da parte”
Dinorah Figuera (AP Photo/Manu Fernandez)

Sale la tensione nel Mar dei Caraibi

E’ sempre più incandescente la situazione in Venezuela, a causa delle tensioni degli ultimi giorni tra il presidente Maduro e gli Stati Uniti. “Speriamo che prevalga il buonsenso, che Nicolas Maduro si faccia da parte e permetta la costruzione di un percorso democratico in Venezuela e che la droga non sia più il principale prodotto di esportazione del Paese”, a dirlo a LaPresse è l’oppositrice venezuelana Dinorah Figuera, che ha preso il posto di Juan Guaidó come presidente dell’Assemblea nazionale dell’opposizione, che funge da Parlamento parallelo a quello ufficiale, commentando la tensione crescente nel Mar dei Caraibi. “Maduro ha pochi giorni, se non ore, per prendere una decisione. Speriamo che scelga per il bene della popolazione, che lasci il potere e permetta al Venezuela di avere un governo democratico”, ha affermato Figuera. L’oppositrice, che è fuggita dal suo Paese e vive a Valencia, non ha voluto esprimere giudizi sulla decisione del presidente Usa Donald Trump di aumentare il dispiegamento militare nel Mar dei Caraibi e l’ha attribuita alla volontà di lottare contro il narcotraffico. “Ciò che sta accadendo è il prodotto di un Paese che sta aggredendo un altro Paese attraverso la criminalità organizzata e il narcotraffico”, “rispettiamo la decisione di ciascun Paese di agire quando veda compromessa la propria sicurezza e la salute pubblica”, ha affermato, sottolineando che a suo avviso i Paesi dovrebbero agire in modo congiunto nella lotta contro il narcotraffico, considerato il rischio che rappresenta per tutti. Figuera ha sostenuto che il Venezuela sia diventato una “narcodittatura, che ha basato la sua produzione economica sullo sfruttamento e la produzione di droga”.

“Per ora non vedo un concreto scenario di guerra”

“In questo momento non vedo la possibilità che si concretizzi uno scenario di guerra” in Venezuela, “vedo piuttosto la possibilità di un’uscita di scena di Nicolas Maduro dietro una grande pressione internazionale”, ha spiegato Dinorah Figuera. Secondo l’oppositrice, che si è rifugiata in Spagna e vive a Valencia, gli alleati di Maduro non sono disposti a sostenerlo, vista la situazione in cui si trova e considerata la sua “debolezza per aver perso le elezioni presidenziali” del 28 luglio 2024. “Non credo che in questo momento Maduro sia sostenuto al 100% da tutti i Paesi che dicono di essere suoi alleati”, ha affermato. Nonostante gli Stati Uniti abbiano aumentato significativamente la presenza militare nel Mar dei Caraibi, l’oppositrice reputa attendibili le parole del presidente Usa Donald Trump che ha detto di escludere un attacco. Secondo Figuera lo scenario più probabile, e anche quello che lei auspica, è che Maduro avvii un processo di negoziazione per concordare la sua uscita dal Paese, in modo anche da risparmiare “il dolore di una guerra”. L’oppositrice ritiene ancora possibile una transizione “pacifica”, frutto però di “una forte pressione internazionale”.

La tensione nel Mar dei Caraibi

Nei Caraibi si sta assistendo a un grosso dispiegamento militare da parte degli Stati Uniti nelle acque al largo del Venezuela. Mentre la portaerei Uss Gerald Ford si avvicina alla regione e i Marines americani si addestrano a Porto Rico, il presidente americano Donald Trump torna a minacciare il leader di Caracas, Nicolas Maduro, accusato di favorire l’ingresso di stupefacenti negli Usa. “I giorni di Maduro sono contati? Direi di sì, penso di sì”, ha detto Trump, intervistato dalla Cbs. “Dubito andremo in guerra, ma ci hanno trattato molto male”, ha aggiunto il leader della Casa Bianca, senza invece rispondere specificamente a una domanda su possibili attacchi al Venezuela.

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