Vladimir Putin “è l’unica persona che non vuole porre fine a questa guerra” ed “è il momento di fare pressione, perché è l’unico modo per fare cambiare idea” al presidente russo e “portarlo al tavolo delle trattative”. Il premier britannico Keir Starmer ha scelto queste parole per aprire il vertice della cosiddetta coalizione dei volenterosi. Starmer ha definito “ridicole” le richieste di Putin “sul territorio ucraino che non è riuscito a conquistare con la forza” e ha detto che il Regno Unito è pronto ad agire con l’Ue sull’uso dei beni russi congelati per rafforzare le difese dell’Ucraina. A Londra, insieme a lui, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, reduce dalla partecipazione al Consiglio europeo a Bruxelles, oltre che diversi leader europei. Altri si sono collegati invece da remoto, come Emmanuel Macron e Giorgia Meloni. La riunione giunge dopo che gli Usa mercoledì hanno annunciato a sorpresa sanzioni contro le compagnie petrolifere russe Rosneft e Lukoil e il giorno dopo l’Ue ha approvato il 19esimo pacchetto di sanzioni.Meloni, secondo quanto riferito da Palazzo Chigi, nel corso del suo intervento in videocollegamento ha ribadito l’importanza dell’unità tra le due sponde dell’Atlantico nel perseguire un cessate il fuoco da cui venga avviato un credibile percorso negoziale che prenda le mosse dall’attuale linea di contatto con l’obiettivo di raggiungere una pace giusta e duratura.
Zelensky: “La Russia ci sta spingendo verso un disastro umanitario”
Zelensky spinge sull’estendere le sanzioni all’intero settore petrolifero e ha chiesto missili a lungo raggio per contrattaccare la Russia, visto che da Donald Trump al momento non ha incassato un sì all’invio dei Tomahawk. Ha precisato però che Kiev vuole che gli Usa restino coinvolti, esprimendo gratitudine a Donald Trump per le sanzioni sul petrolio russo, a suo parere “un grande passo”, e a tutti gli alleati per l’appoggio. Con l’inverno in arrivo la Russia “ci sta spingendo verso un disastro umanitario” con una “campagna di terrore contro il nostro sistema energetico”, ha denunciato, riferendo che “tutti i partner hanno confermato che il prossimo anno continueranno a sostenere l’Ucraina, il nostro Paese, la nostra resilienza, in particolare con il sostegno finanziario, che è fondamentale”.
Gli aiuti dell’Italia e la questione Samp/T
Dai volenterosi è giunta la promessa di nuove armi. Starmer ha detto che si possa “fare di più in termini di capacità, in particolare capacità a lungo raggio”. “Dobbiamo continuare a intensificare il nostro sostegno militare all’Ucraina: capacità di difesa aerea, capacità a lungo raggio, droni e sistemi anti-drone”, ha detto dal canto suo Macron, annunciando che verranno consegnati nuovi missili a Kiev e che nelle prossime settimane sarà fornita ulteriore formazione. Per quanto riguarda l’Italia, l’agenzia Bloomberg ha riportato un’indiscrezione secondo cui l’Italia starebbe preparando il 12esimo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina, focalizzandosi su munizioni e missili Samp/T. A stretto giro è giunta però una smentita del ministero della Difesa: “In merito ad alcune notizie diffuse da organi di stampa, il Ministero della Difesa smentisce in modo netto e categorico l’ipotesi di un invio di missili o munizionamento del sistema SAMP/T all’Ucraina. L’Italia continua a sostenere l’Ucraina nel quadro degli impegni assunti in sede NATO e Unione Europea, con un approccio trasparente e coerente con le deliberazioni del Parlamento. Si ricorda che tutte le eventuali forniture militari sono classificate e vengono comunicate esclusivamente nelle competenti sedi istituzionali, nel pieno rispetto delle procedure definite nel corso della precedente legislatura”.
Nuova sfida del Cremlino a Trump sulle sanzioni
Secondo il segretario generale della Nato Mark Rutte, anche lui a Londra per la riunione, Putin sta “esaurendo denaro, truppe e idee” e le nuove sanzioni Usa “aumenteranno in modo significativo la pressione su Putin” per negoziare. Il Cremlino intanto sfida Trump sulle sanzioni: “Vedremo davvero, se Dio vuole, cosa accadrà tra 6 mesi”, ha detto il portavoce Dmitry Peskov replicando al presidente Usa, che aveva detto che le conseguenze del nuovo pacchetto di misure saranno evidenti fra 6 mesi. Mentre l’inviato di Putin Kirill Dimitriev è giunto negli Usa e sabato dovrebbe incontrare l’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff.
L’inviato russo Dmitriev: “Vicini a una soluzione diplomatica”
L’inviato speciale del presidente russo Vladimir Putin, Kirill Dmitriev, ha dichiarato venerdì alla Cnn che Mosca, Washington e Kiev sono “ragionevolmente vicine” a raggiungere una soluzione diplomatica per porre fine alla guerra in Ucraina, ma ha accusato la Gran Bretagna e altri paesi europei di aver fatto pressione su Kiev affinché bloccasse i colloqui di pace. Intervenendo al programma ‘The Lead con Jake Tapper della Cnn, Dmitriev ha affermato che il recente riconoscimento delle realtà sul campo di battaglia da parte del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha segnato “un grande passo” verso i negoziati. “Credo che Russia, Stati Uniti e Ucraina siano in realtà piuttosto vicini a una soluzione diplomatica. La sua precedente posizione era che la Russia dovesse andarsene completamente, quindi, in realtà, penso che siamo abbastanza vicini a una soluzione diplomatica che possa essere elaborata”, ha detto Dmitriev.

