Risale lo scontro tra Occidente e Russia. Con l’Ue e gli Usa che approvano nuove sanzioni e i leader europei riuniti a Bruxelles che approvano il piano per la difesa 2030 mentre frenano sull’uso degli asset russi per un prestito da 140 miliardi all’Ucraina. E’ il vero nodo del vertice.
A frenare è stato, primo fra tutti, il premier belga Bart De Wever, che teme future rivendicazioni di Mosca contro Euroclear, la società finanziari belga che detiene 180 miliardi di titoli di Stato russi. I rischi sono troppo alti, comprese le possibili ritorsioni contro le aziende belghe in Russia, e De Wever vorrebbe una mutualizzazione degli oneri e una condivisione delle garanzie sul prestito da dare a Kiev. Chiede poi che anche gli altri Paesi europei che detengono asset, li mettano a disposizione. Alla fine l’impegno a utilizzarli e alla Commissione di fare una proposta concreta a breve sfuma.
Il sostegno finanziario all’Ucraina
Resta solo un generico impegno “a far fronte alle urgenti esigenze finanziarie dell’Ucraina per il periodo 2026-2027” e l’invito alla Commissione “a presentare, il prima possibile, opzioni di sostegno finanziario basate su una valutazione delle esigenze di finanziamento dell’Ucraina e a proseguire i lavori, affinché il Consiglio europeo possa tornare sulla questione nella sua prossima riunione” di dicembre. Probabilmente il confronto con la presidente della Bce, Christine Lagarde, durante la cena, non è servito a chiarire i dubbi sugli effetti per la stabilità dell’euro, che molti Paesi, tra cui l’Italia, avevano in serbo.
19° pacchetto di sanzioni a Mosca
Almeno sul fronte delle sanzioni, l’Ue è riuscita a dare il via libera al suo 19° pacchetto di sanzioni in tempo per il vertice, varando nuove misure su petrolio e gas, la flotta ombra e il settore finanziario russo. Anche gli Usa hanno deciso di congelare tutti i beni delle società petrolifere Rosneft e Lukoil negli Stati Uniti e vietano a società e cittadini statunitensi di fare affari con loro. Il tutto, mentre aerei militari russi hanno violato lo spazio aereo lituano.
Putin: “Atto ostile che non rafforza le relazioni”
Le sanzioni da parte degli Stati Uniti sono “un atto ostile che non rafforza le relazioni russo-americane”, ha affermato il leader del Cremlino, Vladimir Putin. “Le decisioni prese sono un atto di guerra contro la Russia”, rincara la dose l’ex presidente russo Dmitry Medvedev, numero due del Consiglio di sicurezza russo.
Le speranze di Zelensky
Se il vertice Trump-Putin appare sfumato e tutti, da Mosca al presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, prendono atto che gli sforzi del presidente Usa si sono infranti sulla realtà, c’è chi come Zelensky ancora spera che Washington possa mandare i missili a lunga gittata Tomahawk, “magari domani”. In tal caso, avverte Putin, la risposta di Mosca ad eventuali attacchi sul territorio russo “sarebbe severa, se non sbalorditiva”.
Zelensky è accorso a Bruxelles per confermare che un cessate il fuoco è possibile se si esercita più pressione verso Mosca. E per lanciare un accorato appello sia al consesso dei leader europei, sia nei vari bilaterali che ha tenuto a margine. Con la premier Giorgia Meloni, il leader ucraino ha discusso della protezione delle reti energetiche che l’Italia può offrire, dei progetti comuni di difesa, finanziati dal programma SAFE e del tema degli asset russi.
L’Italia e l’obiettivo climatico per il 2040
Il governo di Roma può invece dirsi soddisfatto della parte relativa alla competitività che i leader hanno approvato con molte richieste italiane: a cominciare dal riferimento alle condizioni abilitanti necessarie per sostenere l’industria e i cittadini europei nel conseguimento dell’obiettivo climatico per il 2040, delle revisioni intermedie dei provvedimenti green e per l’inserimento del concetto neutralità tecnologica con riferimento specifico alle auto. Un cambio di passo all’insegna del realismo e della flessibilità per gli Stati, una sconfitta per la linea della Commissione sulla rivoluzione verde.

