Israele ha avviato il trasferimento dei detenuti palestinesi condannati a lunghe pene, da scambiare con i 48 ostaggi che Hamas dovrebbe rilasciare. Secondo un funzionario del gruppo armato, la liberazione è prevista per lunedì mattina, in concomitanza con l’arrivo di Trump in Israele e la firma ufficiale dell’accordo in Egitto.
“Domani è l’inizio di un nuovo percorso, un percorso di costruzione, un percorso di guarigione e, spero, un percorso di unione dei cuori”. Lo ha detto il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, in un videomessaggio.
“So che ci sono molti disaccordi tra noi, e in questo giorno, e spero anche nel periodo a venire, abbiamo tutte le ragioni per metterli da parte. Abbiamo ottenuto vittorie straordinarie che hanno stupito il mondo intero”. Lo ha detto il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, in un videomessaggio.
I palestinesi nella Striscia di Gaza si sono affollati intorno ai camion di aiuti umanitari arrivati oggi a Khan Younis. Diversi camion hanno attraversato le macerie mentre i palestinesi si affrettavano a salire a bordo e a prendere i sacchi con gli aiuti. Gli autisti suonavano il clacson mentre i veicoli venivano presi d’assalto dalla folla. Oggi circa 400 camion provenienti dall’Egitto sono stati sottoposti a ispezioni israeliane prima di essere autorizzati ad entrare nella Striscia.
Con i camion di aiuti entrati oggi a Gaza sono stati compiuti progressi concreti. È quanto riferiscono funzionari delle Nazioni Unite. Eri Kaneko, portavoce dell’ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari, ha dichiarato che per la prima volta da marzo sono stati consegnati a Gaza rifornimenti di gas da cucina. Fra gli altri aiuti in arrivo figurano farina, frutta e carne. Ha aggiunto che ai funzionari è stato concesso un accesso aggiuntivo per trasportare attrezzature mediche e aiutare i palestinesi a trasferirsi dalle zone soggette a inondazioni a luoghi più sicuri prima dell’inverno.
La tregua nei combattimenti a Gaza ha permesso ai soccorritori di cercare i corpi sepolti sotto le macerie in zone precedentemente inaccessibili. Secondo le autorità sanitarie locali, da venerdì, quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, sono stati recuperati e trasportati negli ospedali 233 corpi. Yasser el-Bureis, che si trovava all’obitorio dell’ospedale Nasser di Khan Younis, ha dichiarato domenica che lui e i suoi parenti hanno finalmente recuperato i corpi dei suoi due cugini uccisi mesi prima mentre cercavano di fuggire dalle loro case. “Per cinque mesi non siamo riusciti a recuperare i corpi”, ha detto.
L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, l’Unrwa, che ha l’equivalente di 6mila camion di aiuti in attesa all’esterno della Striscia di Gaza, in Egitto e Giordania, non ha chiarezza sul proprio ruolo nell’ambito dell’intensificazione degli sforzi di soccorso. Il portavoce dell’Unrwa, Jonathan Fowler, ha affermato che l’agenzia è “pronta” a contribuire e dispone di scorte alimentari sufficienti nei propri magazzini per sfamare l’intera popolazione della Striscia di Gaza per 3 mesi.
Gli ostaggi israeliani che si trovano ancora a Gaza saranno rilasciati da Hamas “lunedì mattina presto”. Lo ha annunciato una portavoce del governo israeliano, Shosh Bedrosian, spiegando che i 20 ostaggi in vita saranno consegnati alla Croce rossa e poi trasferiti in Israele e portati alla base militare di Re’im. Per quanto riguarda i corpi degli ostaggi deceduti, verranno messi in bare avvolte dalla bandiera israeliana e trasportati all’istituto di medicina legale per l’identificazione.
Poco prima di questo annuncio da parte della portavoce il Times of Israel aveva riferito di avere appreso che Israele ha comunicato alle famiglie degli ostaggi che il rilascio dovrebbe avvenire fra le 4 e le 6 di domani mattina (cioè fra le 3 e le 5 ora italiana), precisando però che l’orario può ancora subire variazioni. Sempre secondo il Times of Israel, Israele sarà informato dalla Croce rossa 2 ore prima del rilascio degli ostaggi.
Gli ostaggi israeliani ancora a Gaza potrebbero essere rilasciati “da un momento all’altro”. Lo ha dichiarato il vice presidente Usa, JD Vance, intervistato dal programma ‘Meet the Press’ su Nbc News. “Non è possibile dire con esattezza quando saranno rilasciati, ma abbiamo tutte le ragioni per sperare – ed è per questo che il presidente sta andando lì – che saluterà gli ostaggi”, ha detto ancora Vance riferendosi a Donald Trump, che è in partenza per Israele stasera e arriverà a Tel Aviv domani mattina alle 9.20 ora locale.
“Il presidente degli Stati Uniti ha in programma di recarsi in Medioriente per salutare gli ostaggi lunedì mattina ora locale“, ha detto Vance, secondo cui appunto la liberazione degli ostaggi potrebbe avvenire “in qualunque momento”.
Hamas sta spingendo per il rilascio di 7 prigionieri di alto profilo, fra cui Marwan Barghouti e Ahmad Saadat, e ha informato i mediatori che se Israele accettasse di rilasciare anche solo 2 di questi 7 detenuti, libererà gli ostaggi oggi, anticipando il rilascio attualmente previsto per lunedì. Lo riporta la Bbc, citando un funzionario palestinese informato sui negoziati. Secondo la fonte citata dall’emittente, alle 10.30 locali (le 9.30 in Italia) è iniziato un nuovo ciclo di colloqui volto a risolvere le questioni in sospeso relative alla lista dei prigionieri palestinesi da rilasciare.
Secondo alcune fonti citate dalla Bbc, la formula dell’accordo di scambio prevede il rilascio dei prigionieri palestinesi con le condanne più severe, e i 7 nomi di alto profilo soddisfano questo criterio, ma fin dall’inizio dei negoziati Israele si è rifiutato di rilasciarli.
Hamas starebbe però continuando a esercitare forti pressioni su questo. Non è chiaro cosa accadrà se le richieste di Hamas non saranno soddisfatte. I colloqui di oggi, sempre secondo la Bbc, si concentrano anche sull’accordo sui tempi e sulla logistica per il rilascio di tutti i 20 ostaggi israeliani ancora in vita, nonché sulla restituzione dei corpi degli ostaggi deceduti che Hamas è in grado di localizzare.
Marwan Barghouti, noto come ‘il Mandela palestinese’, sta scontando 5 ergastoli più 40 anni dopo essere stato condannato nel 2004 con l’accusa di avere pianificato attacchi in cui sono morti 5 israeliani durante la seconda Intifada. I sondaggi di opinione indicano costantemente che rimane il leader palestinese più popolare e che i palestinesi lo voterebbero in elezioni presidenziali più dell’attuale presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Mahmoud Abbas o dei leader di Hamas. Barghouti rimane una figura di spicco della fazione di Fatah che domina l’Anp, che governa le parti della Cisgiordania occupata non sotto il controllo israeliano. Ahmad Sadaat è il leader del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (PFLP), che ha anche una fazione nell’Anp.
Sadaat sconta una pena di 30 anni di carcere dopo essere stato condannato nel 2008 con l’accusa di aver guidato un’organizzazione terroristica illegale e per il suo coinvolgimento in attentati, tra cui l’assassinio di un ministro israeliano nel 2001. La Bbc ricorda che, nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco, Israele ha accettato di rilasciare 250 prigionieri palestinesi condannati all’ergastolo e 1.722 detenuti di Gaza arrestati dopo il 7 ottobre 2023, tra cui circa 20 bambini.
Il servizio penitenziario israeliano ha dichiarato ieri di aver iniziato i preparativi per il trasferimento, spostando i prigionieri nelle carceri di Ofer e Ketziot. Non è ancora chiaro quando i prigionieri saranno rilasciati, ma ciò avverrà dopo il rilascio dei 48 ostaggi israeliani ancora detenuti da Hamas a Gaza.
L’Iran non parteciperà al vertice di domani a Sharm El-Sheikh, in Egitto, anche se è stato invitato all’evento. Lo riferisce una fonte citata dall’agenzia di stampa iraniana Tasnim.
“Israele è pronto e preparato per l’immediato rientro di tutti i nostri ostaggi“. Lo ha dichiarato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, secondo quanto riferito dal suo ufficio. Lo riporta il Times of Israel, aggiungendo che secondo alcune fonti il rilascio degli ostaggi da Gaza potrebbe avvenire già questa sera. Intanto un funzionario israeliano ha dichiarato all’emittente pubblica Kan che l’esercito ritiene che gli ostaggi saranno tornati in Israele quando il presidente degli Usa Donald Trump atterrerà in Israele domani alle 9:20 ora locale, le 8.20 in Italia. “L’Idf ha completato i preparativi per il rilascio degli ostaggi e ritiene che tutti saranno liberati prima dell’arrivo di Trump“, ha affermato la fonte.
“Negli ultimi giorni, l’accordo sull’inizio del processo di pace ha regalato una scintilla di speranza in Terra Santa”. Così Papa Leone XIV, che durante l’Angelus aggiunge: “Incoraggio le parti coinvolte a proseguire con coraggio il percorso tracciato verso una pace giusta, duratura e rispettosa delle legittime aspirazioni del popolo israeliano e del popolo palestinese”.
Diversi Camion con aiuti umanitari sono entrati nei valichi di Karem Abu Salem (chiamato Kerem Shalom dagli israeliani) e al-Awja (Nitzana) per essere ispezionati prima di entrare nella Striscia di Gaza. Lo riporta Al-Jazeera.
“Il nostro dovere” è “di attivarci per arginare la superficialità di appelli che diventano imperativi, boicottaggi. Per capire che l’Islam radicale è già qui dentro per annientare ebrei, mentre quello moderato nei paesi arabi dialoga anche con Israele”. Così la presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, intervenendo al convegno ‘La storia stravolta e il futuro da costruire’ organizzato dall’Ucei nella sede del Cnel. “Viviamo dentro alla demonizzazione e all’odio antisemita, alla normalizzazione e legittimazione dell’odio verso l’ebreo e l’ebraismo, così come il minimo accenno a Israele”, ha aggiunto Di Segni, osservando che “gli odiatori animati da propositi veramente pericolosi fanno leva sui candidi sentimenti di pietà e trasporto di chi assiste alla distruzione bellica”. Pertanto, “ci preoccupa questa Italia e la deriva che stanno prendendo alcune sue istituzioni locali e accademiche”, ha continuato.
Il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa ha accettato l’invito del presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sissi, e del presidente degli Stati Uniti, Donald J. Trump, a partecipare al ‘Vertice per la Pace di Sharm El-Sheikh’ lunedì 13 ottobre”, e quindi “rappresenterà l’Unione Europea alla cerimonia del Piano di pace per il Medioriente”. Lo rende noto un portavoce dello stesso presidente, sottolineando che “il piano offre una concreta opportunità per costruire una pace giusta e sostenibile e l’Ue è pienamente impegnata a sostenere questi sforzi e a contribuire alla sua attuazione”.
Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dichiarato di aver dato istruzioni all’esercito di prepararsi a demolire tutti i tunnel di Hamas nella Striscia di Gaza. Lo riporta The Times of Israel.”La sfida principale per Israele dopo la fase di restituzione degli ostaggi sarà la distruzione di tutti i tunnel terroristici di Hamas a Gaza, direttamente da parte delle Idf e attraverso il meccanismo internazionale che sarà istituito sotto la guida e la supervisione degli Stati Uniti”, afferma su X.”Questo è il significato principale dell’attuazione del principio concordato di smilitarizzazione di Gaza e disarmo di Hamas”, afferma Katz, aggiungendo di aver “istruito le IDF a prepararsi a portare a termine la missione”.
L’Egitto ha confermato che lunedì ospiterà un vertice internazionale a Sharm el-Sheikh, sul Mar Rosso, per finalizzare un accordo volto a porre fine alla guerra a Gaza. Al vertice, ha affermato in una nota un portavoce presidenziale, parteciperanno più di 20 leader, tra cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che presiederà il vertice insieme al suo omologo egiziano Abdel Fattah al-Sisi. L’incontro avrà come obiettivo “porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, intensificare gli sforzi per raggiungere la pace e la stabilità in Medioriente e inaugurare una nuova era di sicurezza e stabilità regionale”, ha spiegato la presidenza egiziana.
Il rilascio dei 48 ostaggi tenuti prigionieri da Hamas a Gaza inizierà lunedì mattina. Lo ha dichiarato un alto funzionario dell’organizzazione, Osama Hamdan. “Secondo l’accordo firmato, lo scambio di prigionieri inizierà lunedì mattina come previsto”, ha detto il funzionario, citato dalla stampa israeliana. “Non ci sono nuovi sviluppi in merito”, ha aggiunto.

