Gaza, iniziati i colloqui indiretti tra Israele e Hamas a Sharm el-Sheikh – La diretta

Gaza, iniziati i colloqui indiretti tra Israele e Hamas a Sharm el-Sheikh – La diretta

Tajani sugli attivisti della Flotilla: “Ultimi 15 italiani in partenza per Atene”

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha esortato tutti coloro che sono coinvolti negli sforzi per porre fine alla guerra di Gaza ad “agire rapidamente”. I mediatori si incontreranno oggi in Egitto per colloqui di pace indiretti tra Hamas e Israele. I colloqui hanno luogo dopo che Hamas ha accettato alcune parti di un piano di pace statunitense in 20 punti, tra cui la liberazione degli ostaggi e la consegna del governo di Gaza ai tecnocrati palestinesi, ma sta cercando di negoziare anche su altre questioni. Nello scrivere sulla piattaforma social Truth, Trump ha sottolineato che i colloqui hanno avuto “un grande successo”, Trump ha dichiarato: “Mi è stato detto che la prima fase dovrebbe essere completata questa settimana e chiedo a tutti di agire rapidamente”.

Il presidente degli Stati Uniti ha aggiunto che “il tempo è essenziale, altrimenti seguirà un enorme spargimento di sangue”. Parlando in precedenza con i giornalisti, Trump aveva affermato di pensare che la liberazione degli ostaggi sarebbe iniziata “molto presto”. Quanto alla flessibilità del suo piano di pace, Trump ha affermato: “Non abbiamo bisogno di flessibilità perché tutti sono più o meno d’accordo, ma ci saranno sempre dei cambiamenti”. “È un grande affare per Israele, è un grande affare per l’intero mondo arabo, il mondo musulmano e il mondo intero, quindi ne siamo molto felici”, ha aggiunto.

Gaza, al via i negoziati in Egitto – Tutte le notizie di oggi, 6 ottobre
Inizio diretta: 06/10/25 08:30
Fine diretta: 06/10/25 23:00
Trump: "Hamas sta acconsentendo a cose molto importanti"

Hamas sta acconsentendo a cose molto importanti“. Lo ha detto Donald Trump riguardo ai negoziati in corso sul conflitto a Gaza. “Stiamo andando molto bene“, ha detto il presidente Usa parlando nello Studio Ovale.

Trump: "Netanyahu molto positivo sull'accordo per Gaza"

Donald Trump smentisce che ci siano stati momenti di tensione tra lui e Benjamin Netanyahu per l’accordo su Gaza. “Non è vero, è stato molto positivo“, ha detto il presidente Usa di Netanyahu parlando nello Studio Ovale, in riferimento a un retroscena che era stato pubblicato da Axios, secondo cui i due avrebbero avuto una telefonata tesa dopo l’intesa e Trump avrebbe detto al premier israeliano che è “troppo negativo”. 

Il Papa contatta la parrocchia di Gaza

Papa Leone XIV ha nuovamente contattato la parrocchia di Gaza. Come scritto sui social dal parroco padre Gabriel Romanelli, il Pontefice ha “mandato un messaggio” in cui “assicura preghiere per la pace” e ha inviato la benedizione.

Berlino: "Possibile rilascio degli ostaggi la prossima settimana"

“Sono ottimista. Siamo su una buona strada — è un processo preparato a lungo, anche con aiuti tedeschi. Spero che entro la prossima settimana si arrivi a una prima intesa — cessate il fuoco, rilascio degli ostaggi e aiuti umanitari per Gaza. La possibilità c’è”. Lo ha detto il ministro degli Esteri tedesco, Johann Wadephul, da Tel Aviv, parlando con Bild. Wadephul ha ringraziato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per il peso politico esercitato, ma ha avvertito che “molti dettagli restano da negoziare”. Wadephul ha esortato Hamas a cogliere l’occasione e a liberare subito tutti gli ostaggi: “Se vogliono il bene dei palestinesi, devono agire ora”. Sul rischio che l’accordo fallisca, ha ricordato che gli Stati Uniti hanno garantito a Israele il pieno sostegno per eventuali azioni successive, mentre la Germania è pronta a valutare “altri scenari” se il piano dovesse naufragare. “Hamas deve sapere che ci sarebbero conseguenze severe“, ha detto. Sulla cooperazione con Israele, Wadephul ha sottolineato che il sostegno tedesco è mirato e che “Israele ci supporta a sua volta”. Ha poi aggiunto: “Rendiamo merito a Israele per la difesa del Paese e la lotta al terrorismo, ma dovremo anche continuare a cercare soluzioni diplomatiche“. Riguardo al ruolo della Germania nella liberazione degli ostaggi, Wadephul ha affermato che Berlino ha seguito la questione sin dall’inizio e ha sollecitato ripetutamente Tel Aviv a non dimenticare gli ostaggi durante le operazioni militari. Quando Israele ha ritenuto che non fosse possibile negoziare, la Germania ha rispettato quella scelta, ha concluso. 

Piantedosi: "Nessun segnale specifico sul 7 ottobre ma attenzione alta"

“Noi ci preoccupiamo sempre, adesso non ci sono segnali specifici di allarme, però l’attenzione è molto alta” sul 7 ottobre. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a ‘Cinque minuti’ su Rai 1, parlando della giornata di domani, a due anni dall’attacco di Hamas contro Israele, e osservando che “siamo molto cauti sempre nel vietare manifestazioni per motivi di carattere ideologico”.

Piantedosi: "Inneggiare al 7 ottobre è apologia di atto terroristico"

Inneggiare al 7 ottobre significa fare apologia di un atto terroristico, non solo, ma si è visto anche proprio nella manifestazione ultima che quel tema richiama anche i violenti che poi pongono in essere quelle devastazioni, quelle azioni violente che si fanno”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a ‘Cinque minuti’ su Rai 1.

Piantedosi: "Grave lanciare continuamente appelli alla rivolta sociale"

“Credo che ci sia stata soprattutto una sottovalutazione“, “cosa grave”, del “lanciare continuamente appelli alla piazza, anche a temi come la rivolta sociale” o, peggio ancora, della partecipazione “a manifestazioni organizzate di gruppi” come quello che a Roma ha esposto uno striscione che inneggiava al 7 ottobre. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a ‘Cinque minuti’ su Rai 1, in merito agli scontri nelle manifestazioni in Italia organizzate in solidarietà alla popolazione palestinese e alla missione della Global Sumud Flotilla.

Casa Bianca: "Trump vuole gli ostaggi liberi il prima possibile"

Il presidente Trump “vuole vedere gli ostaggi liberati il prima possibile”. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, in riferimento ai colloqui in corso su Gaza.

Dipartimento Ps: "Non ci sarà intelligence straniera a Udine per Italia-Israele"

Il dipartimento della pubblica sicurezza in una nota “smentisce la presenza di servizi di intelligence stranieri a Udine, in occasione della partita di calcio Italia-Israele”, in programma il 14 ottobre. 

Berlino: "Ora tocca ad Hamas, subito cessate il fuoco"

Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha invitato Hamas ad accettare il piano statunitense per porre fine alla guerra di Gaza. “Ora tocca ad Hamas”, ha dichiarato Wadephul a Tel Aviv, spiegando di aver accolto con favore il fatto che il premier israeliano Benjamin Netanyahu abbia sostenuto il piano presentato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump per porre fine alla guerra di Gaza.

“Israele dovrà scendere a compromessi per liberare gli ostaggi, ma nessuno può pretendere che Israele scenda a compromessi su questioni di sicurezza nazionale”, ha affermato il ministro tedesco. “Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco per Gaza il prima possibile, affinché gli ostaggi possano essere liberati e la catastrofe umanitaria a Gaza possa finalmente porre fine”, ha dichiarato Wadephul. 

Iniziati i colloqui indiretti tra Israele-Hamas a Sharm el-Sheikh

Al via i colloqui indiretti fra Israele e Hamas a Sharm el-Sheikh, località turistica sul Mar Rosso in Egitto. Un funzionario egiziano coperto dall’anonimato ha dichiarato che i colloqui sono iniziati oggi pomeriggio. La delegazione israeliana è guidata dal capo negoziatore Ron Dermer, mentre quella di Hamas è guidata da Khalil al-Hayyah. Hamas ha dichiarato che i negoziati si concentreranno sulla prima fase di un cessate il fuoco, compreso il ritiro parziale delle forze israeliane e il rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza in cambio dei prigionieri palestinesi detenuti in Israele.

Secondo quanto riportato dal quotidiano statale egiziano al-Ahram, dovrebbero partecipare ai colloqui anche l’inviato Usa in Medioriente Steve Witkoff e il genero del presidente Donald Trump, Jared Kushner. I colloqui in Egitto dovrebbero procedere rapidamente. Sabato il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha affermato che sarebbero stati “limitati a pochi giorni al massimo”, anche se alcuni funzionari di Hamas hanno avvertito che potrebbe essere necessario più tempo per localizzare i corpi degli ostaggi sepolti sotto le macerie.

Israele, espulsi 171 attivisti fra cui Greta Thunberg
Greta Thunberg

Il ministero degli Esteri di Israele ha riferito in un post su X che sono stati espulsi oggi altri 171 attivisti che si trovavano a bordo della Global Sumud Flotilla, precisando che fra loro c’è anche l’attivista svedese ambientalista Greta Thunberg.

Nel suo post, il governo israeliano continua ad accusare l’iniziativa di essere legata a Hamas e definisce gli attivisti “provocatori”. “Altri 171 provocatori della flottiglia Hamas-Sumud, tra cui Greta Thunberg, sono stati espulsi oggi da Israele verso la Grecia e la Slovacchia. Gli espulsi sono cittadini di Grecia, Italia, Francia, Irlanda, Svezia, Polonia, Germania, Bulgaria, Lituania, Austria, Lussemburgo, Finlandia, Danimarca, Slovacchia, Svizzera, Norvegia, Regno Unito, Serbia e Stati Uniti”, si legge nel post.

Il governo israeliano accusa la missione civile che intendeva portare aiuti umanitari a Gaza di essere una “trovata pubblicitaria” e sostiene che “tutti i diritti legali dei partecipanti sono stati e continueranno ad essere pienamente rispettati”, accusando gli attivisti di diffondere “menzogne” che “fanno parte della loro campagna di fake news pianificata in anticipo”. Al post sono state allegate foto di alcuni attivisti, fra cui Thunberg.

Parolin: "Situazione a Gaza ingiustificabile, non dobbiamo assuefarci a questa carneficina"

Situazione a Gaza? “È inaccettabile e ingiustificabile ridurre le persone umane a mere ‘vittime collaterali’”. Lo dice il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato del Vaticano, in un’intervista a ‘L’Osservatore Romano’ a due anni dall’attacco di Hamas a Israele avvenuto il 7 ottobre.

“Mi colpisce e mi affligge – aggiunge Parolin – il conteggio quotidiano dei morti in Palestina, decine, anzi a volte centinaia al giorno, tantissimi bambini la cui unica colpa sembra essere quella di essere nati lì: rischiamo di assuefarci a questa carneficina. Persone uccise mentre cercavano di raggiungere un tozzo di pane, persone rimaste sepolte sotto le macerie delle loro case, persone bombardate negli ospedali, nelle tendopoli, sfollati costretti a spostarsi da una parte all’altra di quel territorio angusto e sovrappopolato”.

Parolin: "Attacco di Hamas del 7 ottobre disumano e ingiustificabile"

“L’attacco terroristico compiuto da Hamas e da altre milizie contro migliaia di israeliani e di migranti residenti, molti dei quali civili, che stavano per celebrare il giorno della Simchat Torah, a conclusione della settimana della festa di Sukkot, è stato disumano ed è ingiustificabile”. Lo dice il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato del Vaticano, in un’intervista a ‘L’Osservatore Romano’ a due anni dall’attacco di Hamas a Israele avvenuto il 7 ottobre.

“La brutale violenza perpetrata nei confronti di bambini, donne, giovani, anziani, non può avere alcuna giustificazione. È stato un massacro indegno e – ripeto – disumano – aggiunge Parolin -. La Santa Sede ha espresso immediatamente la sua totale e ferma condanna, chiedendo subito la liberazione degli ostaggi e manifestando vicinanza alle famiglie colpite durante l’attacco terroristico. Abbiamo pregato e continuiamo a farlo, così come continuiamo a chiedere di porre fine a questa spirale perversa di odio e di violenza che rischia di trascinarci in un abisso senza ritorno”. 

Fadlun: "Aberranti striscioni, non si celebrano stupratori e assassini"

“Il 7 ottobre avremmo voluto unirci in raccoglimento con la società civile, per ricordare le vittime straziate dall’attacco terroristico di Hamas e pregare per il ritorno di tutti gli ostaggi a casa. Quell’attacco, per modalità, dimensioni e odiosità, non ha precedenti neppure negli annali del terrorismo. Invece abbiamo visto striscioni nelle piazze, slogan e manifestazioni programmate, che celebrano il 7 ottobre come giorno della resistenza palestinese. Non si celebrano gli stupratori e gli assassini, non si inneggia alle violenze e alle uccisioni di bambini e neonati, solo perché ebrei”.

“Tutto ciò è aberrante. E succede a casa nostra, in Italia, nella culla della civiltà occidentale. Davanti a questo ritorno di un antisemitismo che non si vergogna più di mostrarsi, all’oltraggio alle pietre d’inciampo e alle scritte terrificanti sulle saracinesche dei negozi Kasher, davanti a questo furore antiebraico, la Comunità Ebraica di Roma fa appello perché tutte le forze politiche esprimano la loro condanna unanime e le istituzioni, che ringraziamo per la loro vicinanza, assumano provvedimenti concreti”. Così Victor Fadlun, Presidente della Comunità Ebraica di Roma.

Corteo di Roma pro Palestina, convalidati i due arresti per gli scontri all'Esquilino

Il tribunale di Roma ha convalidato i due arresti effettuati durante gli scontri con le forze di polizia al termine del corteo pro Palestina a Roma. Gli incidenti si sono verificati nel quadrante del quartiere Esquilino, con lancio di bottiglie, fumogeni e cassonetti contro i contingenti di polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia penitenziaria. Un’auto civetta delle forze di polizia è stata incendiata, in via dello Statuto.

Le due udienze di convalida si sono svolte in aule separate. Il primo arresto è stato convalidato e il giudice monocratico non ha disposto nessuna misura cautelare e ha rimesso in libertà l’arrestato, perché incensurato. Il pubblico ministero aveva chiesto l’obbligo di dimora nel comune di Padova. Convalida e nessuna misura anche per l’altro arrestato, originario di Bologna. 

Pd: "Corteo pro 7 ottobre è una vergogna, danneggia la causa palestinese"

Quella in programma domani a Bologna “è una manifestazione che offende la memoria delle vittime del 7 ottobre e ferisce la dignità di chi lotta davvero per la pace. Rivendicare il 7 ottobre significa tradire la causa palestinese e alimentare odio e violenza”. Così l’europarlamentare e membro della segreteria Pd, Sandro Ruotolo, contattato da LaPresse, commenta la manifestazione in programma domani.”Chi promuove simili iniziative non difende il popolo palestinese: lo danneggia – aggiunge -. Chi si dice solidale con Gaza non può celebrare un massacro. È una vergogna che va condannata senza ambiguità”.

“Una manifestazione che inneggia alla strage del 7 ottobre compiuta da Hamas rappresenta un campanello di allarme che non va sottovalutato”, gli fa eco il deputato dem Andrea De Maria.

“Come non vanno sottovalutati gli episodi di violenza avvenuti in occasione dei cortei per Gaza – aggiunge -. Tutti noi che siamo scesi in piazza, in modo pacifico e non violento, dobbiamo essere determinati e intransigenti nell’isolare e respingere qualunque deriva violenta o antisemita. E tenere la barra dritta su quella che è l’ unica risposta alla spirale terribile di guerra e terrorismo: la ripresa del processo di pace. Per garantire ai palestinesi il diritto a vivere in un proprio stato ed il diritto alla sicurezza dello stato e del popolo di Israele”. 

Flotilla, Tajani: "Ultimi 15 italiani in partenza per Atene"

“I 15 italiani della Flotilla rimasti in Israele stanno decollando in questo momento alla volta di Atene per rientrare in Italia. Sono tutti in ottime condizioni fisiche. Ringrazio tutto il nostro personale per il grande lavoro di assistenza svolto, sono fiero di guidare il ministero degli Esteri”. Lo ha scritto su X il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. 

Gaza, 67.160 morti dall'inizio della guerra

È salito a 67.160 morti e 169.679 feriti il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza dall’inizio della guerra. Lo riferisce il ministero della Sanità di Gaza, secondo cui nelle ultime 24 ore sono stati uccisi 21 palestinesi e 96 sono rimasti feriti. 

Onu, Unhcr: "Tagliati 5mila posti lavoro nel 2025"

“Quasi 5mila colleghi dell’Unhcr hanno già perso il lavoro quest’anno. Si tratta di oltre un quarto della nostra forza lavoro complessiva. E con ulteriori licenziamenti previsti, si prevede che questo numero aumenterà”. Lo ha detto l’Alto commissario Onu per i rifugiati, Filippon grandi, intervenendo alla riunione del comitato esecutivo dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), parlando dell’impatto dei tagli ai finanziamenti.

“Mentre rimaniamo impegnati a individuare soluzioni e a trovare opportunità per riassumerli, ove possibile, è chiaro che le opportunità future saranno limitate; il lavoro nel settore degli aiuti umanitari nel suo complesso sarà più precario. Ciò renderà difficile trattenere i talenti di oggi e attrarre i leader umanitari di domani”, ha proseguito Grandi. 

“Ci vorrà tempo perché l’organizzazione ricostruisca lo stesso livello di competenza, fiducia e morale per coloro che rimangono. Ma non c’è dubbio che ci riuscirà”, ha aggiunto Grandi. “Uno dei maggiori privilegi di lavorare con l’Unhcr è quello di poter operare a cavallo tra l’aiuto umanitario e la diplomazia. Aiutare i rifugiati e, così facendo, contribuire ad aprire le porte alla pace quando la pace sembra impossibile”, ha affermato ancora.

Media, sette morti in attacchi israeliani a Gaza dall'alba

Almeno sette persone, tra cui tre richiedenti aiuti, sono morte negli attacchi israeliani a Gaza dall’alba. Lo riferisce Al Jazeera.

Magi: "Manifestazione a Bologna pro 7 ottobre è grave e inaccettabile"
magi cannabis light

“A Bologna è stata indetta una manifestazione per ricordare il 7 Ottobre come se fosse una data da festeggiare. Quel giorno Hamas ha compiuto un massacro di civili innocenti. Non è un evento da celebrare ma un terribile atto terroristico che non rappresenta la causa del popolo palestinese. La convocazione di questa iniziativa è grave e inaccettabile. Hamas non esprime la lotta di un popolo oppresso ma soltanto la logica del terrore, mentre Netanyahu continua a portare avanti una politica di guerra e occupazione che lo rende responsabile, ormai da mesi, di crimini contro la popolazione palestinese il diritto umano e internazionale”. Lo dichiarano il segretario di Più Europa Riccardo Magi e Arcangelo Macedonio membro della segreteria di +E.

“Nei giorni scorsi centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza in tutta Italia per chiedere pace e giustizia. Non hanno manifestato né per Hamas né per Netanyahu, ma per difendere il diritto internazionale e la libertà del popolo palestinese. La vera solidarietà non passa dalla celebrazione del 7 Ottobre ma dal rifiuto di ogni massacro e dall’impegno per una pace giusta che garantisca diritti e sicurezza a palestinesi e israeliani”, concludono Magi e Macedonio.

Ambasciatore di Israele: "Italia impedisca le proteste che esaltano il terrorismo"

“Trovo oltraggioso che in Italia ci siano degli eventi che celebrano il massacro del 7 ottobre: stupri, mutilazioni, esecuzioni sommarie, persone bruciate vive e rapimenti di civili innocenti commessi da Hamas. Crimini contro l’umanità che non hanno alcuna giustificazione”. Lo scrive su X l’ambasciatore di Israele in Italia Jonathan Peled. “Ci aspettiamo che le autorità italiane si oppongano con fermezza a queste iniziative. Confidiamo che l’Italia impedirà manifestazioni che esaltano il terrorismo e tradiscono i valori della nostra civiltà democratica”, aggiunge.

Media: la delegazione di Israele arrivata a Sharm el-Sheikh

La delegazione di Israele è arrivata a Sharm el-Sheikh, in Egitto, per discutere del piano per Gaza proposto dal presidente Usa Donald Trump. Lo riporta l’emittente Al-Arabiya, precisando che della delegazione fanno parte e funzionari delle agenzie di spionaggio Mossad e Shin Bet, il consigliere per la politica estera del premier Benjamin Netanyahu, Ophir Falk, e il coordinatore per gli ostaggi Gal Hirsch. Secondo tre funzionari citati sempre da Al-Arabiya, il capo negoziatore israeliano, cioè il ministro degli Affari strategici Ron Dermer, dovrebbe unirsi al gruppo più avanti nel corso della settimana. 

Landini: "Diritto internazionale è messo in discussione"

“In questo momento siamo in presenza di una violazione del diritto internazionale e siamo in presenza della messa in discussione anche del ruolo degli organismi internazionali, penso alla stessa Onu. Proprio per questa ragione credo che siano importanti le mobilitazioni che ci sono state e il fatto che queste mobilitazioni siano state capaci di rompere quel silenzio che era calato non solo su Gaza, ma anche su questa logica che sta mettendo in discussione il diritto internazionale”. Così Maurizio Landini, segretario generale Cgil, a margine dell’assemblea della Cgil Campania in vista della manifestazione del 25 ottobre.

“Tutto quello che va nella direzione di fermare il genocidio, tutto quello che va nella direzione di ridare l’acqua, il cibo, gli ospedali, le cure minime alla popolazione di Gaza – ha aggiunto Landini – è una cosa importante che deve essere realizzata. Ma è evidente che ci sono alcuni punti che debbono essere affrontati, sia quando si parla di liberazione degli ostaggi che di liberazione dei prigionieri politici”.

“Ma soprattutto è necessario che si riconosca lo Stato di Palestina, cosa che non è ancora avvenuta, se davvero si vuole affermare l’obiettivo di due popoli e due Stati. E poi bisogna mettere il popolo palestinese in condizioni di poter prendere le sue decisioni democratiche. Non servono logiche coloniali o logiche che pensano di fare di Gaza o della Cisgiordania un investimento immobiliare, come qualcuno ha detto”. 

Ministro Esteri tedesco Wadephul si reca in Egitto

Alla luce dei negoziati di mediazione sul piano di pace per Gaza del presidente statunitense Donald Trump, il ministro degli Esteri tedesco, Johann Wadephul, si recherà a sorpresa in Egitto, oltre che in Israele. Wadephul lo ha annunciato a margine di un incontro dei ministri degli Esteri dell’Ue con il Consiglio di Cooperazione del Golfo in Kuwait. Si aspetta che tutte le parti coinvolte sostengano il piano di pace, ha affermato Wadephul: “Questi sono buoni segnali, ma ora bisogna fare il lavoro necessario. Vorrei dare il mio contributo in questo senso”.

Merz: "Spero che piano Trump per Gaza abbia successo"

“Spero che abbia successo”. Così il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, riguardo al piano di pace statunitense per Gaza. Merz vede un ruolo di primo piano per la Germania nell’eventuale ricostruzione della Striscia di Gaza . Sarà necessario garantire il più rapidamente possibile che la fame non si diffonda ulteriormente e che la ricostruzione venga portata a termine. “Ci siamo offerti di farlo”, ha detto parlando ad Ard, aggiungendo che la Germania lo farà insieme ad altri Paesi europei. “E la Germania sarà certamente in prima linea nel contribuire a porre fine alle sofferenze della popolazione”. Merz ha poi spiegato che “La nostra ragion di Stato è la difesa dello Stato di Israele nella sua stessa esistenza. Ma la nostra solidarietà incondizionata con Israele non è mai stata messa in discussione da parte mia. Il mio rapporto personale con Israele è incondizionatamente buono. È un grande Paese. Ma ciò che ha fatto l’esercito israeliano è andato troppo oltre, a mio parere”.

Ministero Difesa Israele: "1.152 morti da inizio guerra"

In occasione del secondo anniversario dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, il Ministero della Difesa ha pubblicato dati aggiornati sul personale di sicurezza del Paese deceduto. Dallo scoppio della guerra sono stati uccisi 1.152 militari, tra cui soldati delle IDF, ufficiali della polizia israeliana, personale dello Shin Bet e del servizio carcerario, nonché membri delle squadre di sicurezza locali che prestavano servizio in Israele, Gaza, Libano e Cisgiordania. Circa il 42% dei caduti aveva meno di 21 anni, la maggior parte dei quali erano giovani in servizio militare obbligatorio, e 141 avevano più di 40 anni, il che evidenzia l’ampia fascia d’età di coloro che hanno perso la vita. Lo rende noto Times of Israele.

Il conflitto ha aggiunto più di 6.500 familiari al gruppo dei lutti in Israele, tra cui 1.973 genitori, 351 vedove, 885 orfani e 3.481 fratelli. Il dipartimento ha attuato una riforma da 18 milioni di dollari dei servizi di assistenza e sostegno alle famiglie, ha fornito assistenza mirata tramite comitati speciali e ha istituito una rete di volontari finanziari per sostenere le famiglie in lutto.
“Lo Stato di Israele paga un prezzo molto alto: la storia del nostro Paese è stata scritta nel sangue dei nostri figli e delle nostre figlie”, afferma Aryeh Moalem, capo del dipartimento per le famiglie dei soldati caduti, la commemorazione e il patrimonio.

“I dipendenti del dipartimento considerano il loro lavoro una missione e continuano a commemorare la memoria dei caduti, a preservare il loro patrimonio per le generazioni future e ad accompagnare le famiglie in lutto con supporto emotivo e assistenziale”.

Idf: "Colpite a Gaza cellule di Hamas"

Le Forze di difesa israeliane hanno comunicato di aver condotto diversi raid aerei in risposta agli attacchi di Hamas di ieri. L’Idf aveva interrotto la propria offensiva a Gaza City sabato, in seguito alla pressione del presidente statunitense Donald Trump per porre fine al conflitto, con le truppe sul terreno impegnate solo in operazioni difensive. L’esercito ha dichiarato che un attacco è stato condotto da caccia dell’Aeronautica israeliana contro una cellula di miliziani armati di mortai ed esplosivi, uccidendoli. Secondo l’Idf, “il gruppo aveva pianificato attacchi terroristici contro le truppe impegnate a Gaza City”.

Un altro raid, ha aggiunto l’Idf, ha preso di mira una cellula che stava lanciando colpi di mortaio contro i soldati a Gaza City, uno dei quali ha ferito lievemente un militare. L’esercito ha riferito che il soldato è stato trasportato in ospedale per le cure e che la sua famiglia è stata avvisata. I caccia hanno quindi colpito e ucciso i miliziani che avevano sparato i mortai. In un terzo episodio, l’esercito ha dichiarato che miliziani di Hamas hanno lanciato razzi anticarro contro i mezzi ingegneristici impegnati a Gaza City, senza provocare feriti. Secondo l’Idf, i caccia hanno colpito l’edificio da cui erano stati lanciati i proiettili.

Trump soddisfatto dei progressi nei negoziati con Hamas

“Ci sono stati colloqui molto positivi con Hamas e con Paesi di tutto il mondo (arabi, musulmani e tutti gli altri) questo fine settimana, per liberare gli ostaggi, porre fine alla guerra a Gaza ma, cosa ancora più importante, per cercare finalmente la pace in Medio Oriente. Questi colloqui hanno avuto molto successo e stanno procedendo rapidamente”. Così il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in un messaggio pubblicato sulla piattaforma social Truth. “I team tecnici si incontreranno di nuovo lunedì, in Egitto, per elaborare e chiarire gli ultimi dettagli”, ha aggiunto.

Pizzaballa: "Percorso pieno di insidie ma c'è spiraglio mai visto"

“Un clima di speranza si percepisce. Anche i media locali qui si mostrano speranzosi, ma con misura. Il fatto è che ci sono tante difficoltà, tanti punti interrogativi. C’è ancora tanto da fare. Tanto. Però questa è una possibilità che non si era mai vista prima”. Così il patriarca di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa in un’intervista al Corriere della Sera.
“E’ un percorso pieno di insidie, come sempre. Però da una parte c’è anche tanta stanchezza, in tutti, una stanchezza che non può essere del tutto ignorata: basta. E dall’altra vediamo una forte pressione internazionale che apre un minimo di possibilità. Si è aperto uno spiraglio che non ha precedenti. Bisogna entrarci e cercare in ogni modo di allargarlo”, aggiunge. “Pace è una parola impegnativa, richiede tempo. La fine di questa guerra orribile non sarebbe la fine del conflitto, il cessate il fuoco non è la pace. Però è un primo passo, la premessa necessaria per cominciare un percorso nuovo, diverso”, prosegue Pizzaballa.

© Riproduzione Riservata