Le autorità in Danimarca, preoccupate per il calo di lettori di libri, hanno proposto di cancellare l’Iva sull’acquisto di questi beni.
I libri saranno presto esentati dall’imposta sul valore aggiunto (IVA) del 25% che la Danimarca applica alla maggior parte dei beni e servizi, ha annunciato questa settimana il governo. Lo riportano diversi quotidiani internazionali, tra i quali New York Times e il Guardian.
“Vorremmo che le persone leggessero di più,” ha dichiarato Jakob Engel-Schmidt, ministro della Cultura danese, in un’intervista telefonica giovedì, scrive il New York Times. “Rendere i libri più accessibili, abbassare i prezzi in libreria, farà sicuramente la differenza.”
In Danimarca, i libri rientrano al momento tra i beni soggetti a un’IVA del 25%, una delle più alte in Europa.
Il Guardian precisa che l’IVA sui libri in Finlandia è del 14%, in Svezia del 6% e in Norvegia pari a zero. La Svezia ha ridotto l’IVA sui libri nel 2001, con un conseguente aumento delle vendite, ma le analisi hanno mostrato che i volumi sono stati acquistati soprattutto da lettori già abituali.
“Si tratta anche di diffondere la letteratura,” ha detto Engel-Schmidt, come riporta il Guardian. “Ecco perché abbiamo già stanziato fondi per rafforzare la cooperazione tra le biblioteche pubbliche del paese e le scuole, in modo che più bambini possano essere introdotti a una buona letteratura.”
Secondo l’ufficio nazionale di statistica, in Danimarca nel 2023 sono stati venduti complessivamente 8,3 milioni di libri nei negozi e online. La popolazione del paese è di poco superiore ai 6 milioni di abitanti.
Euronews riporta che la decisione arriva dopo la pubblicazione di preoccupanti statistiche sull’alfabetizzazione da parte dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), che ha avvertito che uno studente danese su quattro di 15 anni non è in grado di comprendere un testo semplice – un dato che Engel-Schmidt ammette essere “abbastanza scioccante”.
I sondaggi mostrano anche un calo dei livelli di lettura tra gli adolescenti, che gli esperti collegano a capacità di attenzione sempre più brevi e alle continue distrazioni della vita digitale.