“Il nostro obiettivo non è occupare Gaza ma liberarla“. Lo ha affermato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, nel corso di un incontro con i media internazionali. “Gaza sarà smilitarizzata. Israele avrà la responsabilità primaria della sicurezza. Verrà istituita una zona di sicurezza al confine tra Gaza e Israele per prevenire future incursioni terroristiche. Verrà istituita a Gaza un’amministrazione civile che cercherà di vivere in pace con Israele. Questo è il nostro piano per il dopoguerra di Hamas”, ha aggiunto ancora Netanyahu. Il piano israeliano per la nuova offensiva a Gaza è “il modo migliore per porre fine alla guerra, e per porvi fine rapidamente”, ha detto. “La tempistica che abbiamo stabilito per l’azione è piuttosto rapida. Non voglio parlare di tempi precisi, ma stiamo parlando di tempi piuttosto brevi perché vogliamo porre fine alla guerra”.
“Lavorato per scongiurare crisi umanitaria, a morire di fame sono gli ostaggi”
“Permetteremo alla popolazione civile di lasciare le zone di combattimento per trasferirsi in zone di sicurezza, dove riceverà cibo e medicine. La politica nostra durante tutta la guerra è stata quella di prevenire un disastro umanitario”, ha detto Netanyahu, aggiungendo che “i media internazionali hanno creduto a tutte le affermazioni di Hamas, e anche alle bugie”. Netanyahu ha mostrato una foto di Evyatar David in cui l’ostaggio appare fortemente emaciato. “I mostri di Hamas lo stanno facendo morire di fame apposta”, ha aggiunto. “Se avessimo adottato una politica di fame, nessuno a Gaza sarebbe sopravvissuto dopo due anni di guerra”, ha sottolineato.
“Hamas ha ancora migliaia di terroristi a Gaza”
Netanyahu ha spiegato che “Hamas ha migliaia di terroristi armati a Gaza e vuole ripetere le atrocità del 7 ottobre e farlo ancora e ancora”. Ma, ha aggiunto, “la guerra può finire domani se Hamas depone le armi e libera tutti gli ostaggi rimasti”. Netanyahu ha dunque voluto sottolineare come dal punto di vista israeliano la guerra debba continuare finché Hamas non scomparirà del tutto.
“Diversi candidati per governo transizione a Gaza”
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato di aver individuato “diversi candidati” per un’”autorità di transizione” che governerà Gaza dopo la guerra, sottolineando che il disarmo di Hamas verrebbe prima di tutto in qualsiasi piano postbellico e che Israele non intende rimanere nella Striscia. Netanyahu ha aggiunto che diversi Paesi arabi concordano con Israele sulla necessità del disarmo di Hamas: “È istruttivo che alcuni paesi arabi, in realtà parecchi, abbiano affermato che Hamas deve essere disarmato. Credo che questo sia il punto di partenza”.
“Merz ha ceduto a pressioni false notizie dei media”
In merito all’embargo alle armi a Israele annunciato dal Cancelliere tedesco Friedrich Merz, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha dichiarato di “rispettare Merz” ma “si è arreso sotto la pressione di false notizie dei media”. “Forse alcuni dimenticano il 7 ottobre. Noi non dimentichiamo. Vinceremo la guerra con o senza il sostegno degli altri”, ha aggiunto. “Abbiamo deciso e ho ordinato e dato istruzioni all’esercito di far arrivare giornalisti stranieri” a Gaza. “C’è un problema nel garantire la sicurezza, ma penso che si possa fare”.
Idf valuta numero soldati necessari per operazione a Gaza
Secondo fonti militari, l’Idf sta ancora valutando quanti soldati saranno necessari per l’offensiva pianificata contro Hamas a Gaza City. Lo riporta il Times of Israel. A dire delle stesse fonti potrebbe volerci almeno un’altra settimana per completare le linee generali dei piani e, da quel momento, le IDF sapranno quanti soldati saranno necessari e per quanto tempo. In ogni caso – viene spiegato – sarà necessario arruolare riservisti per l’offensiva stessa o per sostituire le forze dell’esercito permanente su altri fronti.
Onu: “Da piano Israele su Gaza rischio altra calamità”
“L’ultima decisione del governo israeliano rischia di innescare un altro orribile capitolo di questo conflitto, con potenziali conseguenze che vanno oltre Israele e i Territori Palestinesi Occupati”. Lo ha dichiarato Miroslav Jenca, Segretario Generale Aggiunto dell’Onu per l’Europa, l’Asia Centrale e le Americhe, durante il suo briefing al Consiglio di Sicurezza. “Se questi piani venissero attuati, probabilmente innescherebbero un’altra calamità a Gaza, con ripercussioni su tutta la regione e causando ulteriori sfollamenti forzati, uccisioni e distruzione, aggravando l’insopportabile sofferenza della popolazione”, ha aggiunto, chiedendo un cessate il fuoco completo, immediato e permanente, il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi e il rispetto del diritto internazionale umanitario da parte di Israele.