Trump torna a minacciare l’Europa con i dazi. Questa volta il presidente Usa allude alla possibilità di imporre a Bruxelles una tariffa del 35%, se non rispetterà l’impegno di investire in beni americani. “Hanno comprato l’abbassamento delle tariffe. Hanno pagato 600 miliardi di dollari e per questo motivo ho ridotto i loro dazi dal 30 al 15%”, dice in un’intervista alla Cnbc. “I dettagli sono: 600 miliardi di dollari da investire in qualsiasi cosa voglio, qualsiasi cosa. Posso farci quello che voglio. E lo scopo è che, dopo averci fregati per così tanti anni, è ora che paghino e devono pagare”, ribadisce il tycoon.
Bruxelles congela i controdazi per 6 mesi
Intanto a Bruxelles si procede con il congelamento per sei mesi della lista di controdazi da 93 miliardi – che sarebbe entrata in vigore giovedì – e però, viene ricordato, sempre soggetta a ‘riattivazione’ in caso di necessità. “La Commissione ha adottato oggi le necessarie procedure legali per sospendere l’attuazione delle nostre contromisure Ue, tramite procedura d’urgenza” e “poi, entro due settimane, i nostri Stati membri daranno la loro approvazione a maggioranza semplice”, dice il portavoce Olof Gill. La Ue si aspetta “ulteriori turbolenze” nella relazione commerciale con gli Usa ma “abbiamo una polizza assicurativa molto chiara”, quella “di una tariffa del 15% applicabile per tutto” e “se, per un motivo o per l’altro, gli Usa non dovessero rispettarlo, avremmo i mezzi per reagire”, spiega un funzionario Ue. Nel frattempo, l’attesa dichiarazione congiunta, che fa da piattaforma per l’accordo, “è pronta al 90-95%” e i negoziati in questo senso sono “in fase avanzata”.
Usa-Ue, nuovi contatti tra Lutnik e Sefcovic
Continuano poi i contatti tra il segretario al Commercio Usa, Howard Lutnick, l’ambasciatore Jamieson Greer, e il commissario al Commercio, Maros Sefcovic, che parla di “spirito costruttivo” mentre si lavora per tradurre nella pratica l’intesa politica raggiunta dai leader in Scozia. Al momento Bruxelles si aspetta che il dazio ‘onnicomprensivo’ del 15% arrivi “molto presto” anche sulle auto, ancora soggette al 27,5%, perché l’ordine esecutivo di Trump de 1° agosto riguardava solo i cosiddetti dazi reciproci. I veicoli – come altri settori – ricadono invece sotto una base giuridica diversa: “È una misura tariffaria separata – spiega il funzionario – e quindi ci vorrà un po’ più di tempo”.
Farmaci, a rischio dazi del 250%
Situazione simili per semiconduttori e farmaci sui quali però graverà il tetto massimo del 15%, solo al termine della procedura ai sensi della sezione 232 del Trade Expansion Act del 1962. Proprio sui farmaci arriva una nuova dichiarazione da Washington con Trump che preannuncia tariffe fino al 250%. Richiedono ancora tempo le esenzioni con vini e liquori – settori molto cari alla Ue – che non saranno nella prima lista dei prodotti con dazi ‘zero per zero’, dove invece dovrebbero figurare gli aerei e relative componenti. “Lottiamo per ogni prodotto e per ogni settore. Stiamo davvero cercando di includere quanti più prodotti possibili nell’elenco”, dice il funzionario. Fuori dalla tariffa ‘all inclusive’ del 15% restano acciaio e alluminio – soggetti a un’aliquota del 50% – e per i quali la Ue si aspetta che il sistema quote concordato venga incluso nel testo della dichiarazione congiunta in arrivo.