“Quando è troppo è troppo, è ora di fermarsi. Due popoli due Stati, questa è l’unica soluzione per arrivare ad una pace duratura in Medio Oriente”. Ehud Olmert, ex premier israeliano non ha dubbi e a margine di un convegno a Roma, nella sala del Campidoglio, prova ad impostare un ragionamento su quanto sta accadendo in Israele e a Gaza.
Qual’è la situazione oggi in Israele, che fase stiamo attraversando?
“Dipende di quale conflitto stiamo parlando. C’è un conflitto in Palestina, con Hamas, Hezbollah, Iran e in generale l’autorità nazionale palestinese. Se vogliamo parlare della situazione oggi tutti augurano la pace tra noi ed Hamas a Gaza con la liberazione degli ostaggi e dei prigionieri palestinesi e con la disposizione di consentire a delle forze di sicurezza di vari paesi compresi gli Emirati arabi che prendano il controllo su Gaza per impedire il ritorno al potere di Hamas“.
Indiscrezioni parlano di un piano di Israele per annettere la Cisgiordania?
“Non sono affatto certo che ci sia stata una dichiarazione ufficiale del governo israeliano, penso che ci sono alcuni ministri del governo che hanno fatto affermazioni di questo genere, so che esiste una fazione influente nel governo composta da esponenti messianico-nazionalisti che è desiderosa di annettere la Cisgiordania con l’espulsione dei palestinesi, io mi auguro che questa non sia la posizione del governo israeliano e lo spero anche perchè so che vi si schiererebbero un gran numero di israeliani”.
Fermare l’invio di armi ad Israele da parte dei paesi occidentali può essere una soluzione per arrivare alla pace?
“La guerra tra Israele e Gaza è cominciata il 7 ottobre con l’orribile attacco proveniente da Gaza contro cittadini israeliani, 1200 persone uccise tra bambini, mamme, nonne. L’unica cosa che può portare la pace è partire dal piano di pace che io stesso ho proposto nel 2008 che prevede la soluzione dei due Stati. Questa è l’unica possibilità e l’unica forza che può costringere Netanyahu al tavolo della pace per il presidente Trump, si incontreranno lunedì e speriamo che Trump dica “quando basta è basta” adesso cominciamo un cammino per un negoziato con l’autorità palestinese e questo si potrà fare la grande differenza”.
